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Da Elesia plancia in fibra di carbonio e container brevettato per una nuova generazione di navi leggere e sostenibili

Fabio Saba illustra le innovazioni presentate a La Spezia: un bridge integrato in materiale composito certificato dalla Marina Militare e un container in fibra di carbonio, pensati per ridurre peso, consumi ed emissioni sia in ambito militare che civile

di Giuseppe Orrù
1 Novembre 2025
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Saba – Elesia

La Spezia –Elesia ha presentato al Seafuture due innovazioni che sintetizzano la direzione in cui si muove oggi la ricerca tecnologica nel campo navale: riduzione dei pesi, maggiore efficienza strutturale e attenzione alla sostenibilità. L’azienda, già attiva nel settore della difesa con soluzioni elettroniche integrate e sistemi di comando, ha svelato una nuova plancia in fibra di carbonio e un container brevettato in materiale composito. Entrambi i progetti puntano a un obiettivo comune: alleggerire le infrastrutture di bordo per migliorare le prestazioni delle navi militari e aprire prospettive anche nel comparto civile.

“L’esigenza è nata dalle marine – spiega Fabio Saba, vicepresidente di Elesia, a SHIPPING ITALY – che ci hanno chiesto soluzioni in grado di alleggerire le strutture senza compromettere stabilità e sicurezza. Una delle componenti più delicate a bordo di una nave è la plancia di comando, che integra elettronica, sistemi di controllo e postazioni operative. Da qui è nata l’idea di sviluppare un bridge modulare in fibra di carbonio”.

Il progetto, avviato nel 2022 come investimento interno, ha portato alla realizzazione di una sezione di plancia completa, interamente costruita in materiale composito. “Abbiamo voluto testarne la resistenza strutturale – racconta Saba – e per questo abbiamo sottoposto il nostro modello a certificazione 1901B al CSSN di La Spezia, il centro sperimentale della Marina Militare. È stato un passaggio chiave, che ci ha permesso di dialogare con i system integrator e con i cantieri statunitensi per la costruzione del primo prototipo completo”.

I risultati sono concreti. “La sezione in fibra di carbonio pesa 100 chili – spiega Saba – e una plancia completa di 9 metri, composta da quattro moduli, non supera i 400 chili. In confronto, una plancia tradizionale arriva a pesare oltre il doppio. In un progetto per la Marina Militare, in cui ci era richiesto un alleggerimento del 30%, siamo scesi addirittura da 1.200 a 646 chili totali, comprensivi di tutta l’elettronica”.

Oltre ai vantaggi strutturali, il beneficio principale riguarda l’efficienza operativa. “Riducendo il peso – sottolinea Saba – si ottiene un risparmio di carburante e una riduzione delle emissioni. È un requisito che oggi vale tanto per le navi militari quanto per le crociere e il trasporto mercantile. Le direttive internazionali e gli obiettivi della Agenda 2030 spingono in questa direzione, e noi stiamo già lavorando su soluzioni che rispondono a questi criteri”.

L’azienda guarda anche al mondo dello yachting, dove design e tecnologia si fondono in modo naturale. “Il nostro obiettivo futuro – dice Saba – è estendere questo concetto anche agli yacht di lusso. La nostra plancia è non solo leggera ma anche esteticamente curata, quindi può integrarsi perfettamente in un contesto di alto design. Per il settore yacht stiamo pensando a un approccio più futuristico: multidisplay, multitouch, meno servomeccanismi e più elettronica di seconda generazione”.

Accanto al bridge, Elesia ha presentato un secondo progetto che completa la visione di un’infrastruttura navale più leggera e modulare: un container in fibra di carbonio brevettato nel 2025. “Si tratta – spiega Saba – di uno shelter ISO 20, quindi da venti piedi, già certificato CSC e quindi idoneo per l’imbarco su navi mercantili, militari e piattaforme terrestri. Il grande vantaggio è ancora una volta il peso: un container tradizionale pesa circa 2.200 chili, il nostro circa 900, ma con la stessa capacità di carico”.

Il container è stato pensato come modulo multifunzione. “Lo utilizziamo – continua Saba – per centri di comando e controllo, ma può essere impiegato anche come unità operativa mobile per l’Esercito o per l’Aeronautica, o come modulo tecnico installabile a bordo di una nave. L’idea è quella di creare un sistema plug and play, facilmente integrabile in diversi contesti operativi”.

Elesia, azienda italiana con lunga esperienza nell’elettronica e nei sistemi di bordo, coniuga ricerca e applicazione industriale, in linea con le nuove esigenze di sostenibilità e di efficienza energetica. “Il nostro obiettivo – conclude Saba – è rendere le infrastrutture navali più leggere, sostenibili e versatili, mantenendo gli stessi livelli di sicurezza e affidabilità. È una sfida tecnologica, ma anche un passo necessario verso il futuro della cantieristica”.

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