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I numeri (al ribasso) del nuovo piano di Yilport a Taranto

Il confronto fra San Cataldo Container Terminal, Autorità di Sistema Portuale e sindacati dei lavoratori sta entrando nel vivo dopo che l’azienda controllata dal gruppo turco Yilport recentemente ha fatto sapere di non essere più in grado di rispettare il programma industriale sul quale poggia il rilascio della concessione firmato un nano fa. Le motivazioni […]

di Nicola Capuzzo
21 Settembre 2020
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Il confronto fra San Cataldo Container Terminal, Autorità di Sistema Portuale e sindacati dei lavoratori sta entrando nel vivo dopo che l’azienda controllata dal gruppo turco Yilport recentemente ha fatto sapere di non essere più in grado di rispettare il programma industriale sul quale poggia il rilascio della concessione firmato un nano fa. Le motivazioni sono legate secondo l’azienda all’emergenza Covid-19 ma va detto che secondo molti osservatori i numeri prospettati (soprattutto quelli sulla futura movimentazione/annua di container) sono sempre sembrati un po’ ambiziosa.

venerdì scorso si è tenuto a Taranto, nella sede dell’Autorità di sistema portuale dello Ionio, un incontro tra i sindacati e il terminalista finalizzato ad affrontare la questione occupazione dopo che l’ultima riunione, all’inizio di settembre, era stato reso noto un piano industriale e occupazionale ridimensionato appunto. Dall’incontro non è emersa nessuna deciisone particolare, solo un “modello di confronto finalizzato al monitoraggio e alla realizzazione degli interventi di riqualificazione del terminal”. Tradotto: bisogna rivedere piani d’investimento, target e occupazione. “Pur nel rispetto dei ruoli è stata ribadita la volontà comune di supporto e valorizzazione del progetto complessivo di sviluppo che deve essere aderente all’atto di concessione e deve contemperare l’ambizione del terminalista e le grandi aspettative territoriali con l’impatto non ancora cristallizzato del Covid” ha scritto l’AdSP in una nota. Sia i sindacati che il San Cataldo Container Terminal hanno condiviso la necessità di riformulare un nuovo piano occupazionale, consentendo “la prosecuzione del percorso per il prolungamento dell’attività dell’Agenzia Taranto Port Workers” conclude l’Adsp.

Quali siano i numeri in ballo lo ha scritto il Nuovo Quotidiano di Taranto: “Yilport stima nel 2021 di movimentare 65mila Teu, 115mila nel 2022, 291mila nel 2023 e 450mila nel 2024”. Sul fronte occupazionale “al momento sono stati ri-assunti 68 lavoratori su quasi 500 e Yilport nel suo ultimo piano prospettava “107 assunzioni a fine 2020, che diventerebbero 188 nel 2021, salirebbero a 276 nel 2022 e arriverebbero a 335 nel 2023” scrive il giornale locale.

Rafafellea Del Prete, general manager di San cataldo Container Terminal, lo scorso aprile parlava ancora di “raggiungere una capacità annuale di 2,5 milioni di Teu” in una prima fase “per poi portarla fino a 4 milioni“.

Nemmeno il programma di restyling e di revamping delle gru del terminal (affidato a Konecranes) procede ai ritmi e nei tempi prestabiliti, così come risulta siano stati allungati i tempi per rimettere in attività i collegamenti ferroviari del terminal.

In attesa di capire come evolverà la situazione, Yilport ha depositato un’istanza per rilevare in concessione un terminal crociere nel porto di Brindisi.

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