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Porti

Le imprese portuali possono (per ora) continuare a sbarcare rinfuse nel porto di Taranto

“Nelle more di uniformare nel più breve tempo possibile, la disciplina, quantomeno in ambito regionale, l’autorità competente si impegna a trovare una soluzione che non penalizzi le imprese operanti nel porto di Taranto”. Con questa sintesi si è concluso l’incontro voluto dal presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, che consente agli operatori del porto di Taranto […]

di Nicola Capuzzo
25 Agosto 2021
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Sbarco infuse banchina Ilva Porto Taranto

“Nelle more di uniformare nel più breve tempo possibile, la disciplina, quantomeno in ambito regionale, l’autorità competente si impegna a trovare una soluzione che non penalizzi le imprese operanti nel porto di Taranto”. Con questa sintesi si è concluso l’incontro voluto dal presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, che consente agli operatori del porto di Taranto di continuare a operare lo sbarco di rinfuse secche in attesa di uniformare la disciplina.

Fondamentale è stato l’impegno dell’AdSP del Mar Ionio, con il presidente Sergio Prete, dell’Arpa Puglia e dell’Assessore all’ambiente del comune di Taranto. Così come importante è apparsa anche la presenza del comandante della locale Guardia di Finanza e della Guardia Costiera.

“Da operatore e da rappresentante locale di Assarmatori ho dato il mio contributo sottolineando l’importanza della celerità quando si tratta di questioni legate al traffico marittimo e portuale” ha spiegato Malter Musillo, marine surveyor per la società Marin.Tec Srl. “Esprimo quindi piena soddisfazione per la rapidità e la competenza mostrata dai soggetti coinvolti, e ringrazio personalmente il presidente della Provincia Giovanni Gugliotti”.

Anche i rappresentanti dei lavoratori confermano che il rischio stop allo sbarco di rinfuse è stato messo in stand-by per un paio di mesi in attesa che la Regione Puglia convochi un tavolo nazionale con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e quello della Transizione Ecologica.

Nelle ultime settimane il porto di Taranto è stato infatti protagonista di un cortocircuito burocratico-amministrativo fra enti pubblici e società private che aveva di fatto stoppato lo sbarco di rinfuse solide in banchina da parte delle imprese portuali con conseguente dirottamente di alcune navi in altri porti limitrofi.

Il caso riguarda direttamente l’impresa portuale Italcave alla quale, dopo quattro anni di attesa, è arrivata risposta dalla Provincia di Taranto al quesito se dovesse o meno dotarsi dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera per lo sbarco e imbarco di materiali polverulenti alla rinfusa anche se tramite l’utilizzo di gru mobili e tramogge depolverate. La risposta giunta è stata positiva e questo ha di fatto paralizzato l’attività di tutte le società terminalistiche attive a Taranto in questo specifico segmento d’attività (Castiglia, Cemitaly, De.Tra.Sud, Ecologica, Marraffa, Peyrani Sud, San Cataldo Container Terminal, Taras Terminal, Triton, Sir e la stessa Italcave). Nessuna di questi terminal operator è dotato infatti della richiesta autorizzazione alle emissioni in atmosfera per lo sbarco/imbarco di rinfuse.

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