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Dopo 16 anni chiude Uirnet: la P.L.N. affidata a Ram riparte con nuove risorse e assunzioni

Provvedimento nell’aria da tempo, il Governo si è risolto: l’esperienza di Uirnet termina qui. Nell’ultima edizione della Gazzetta Ufficiale, infatti, è stato pubblicato il decreto legge contenente “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”. L’articolo 30 è intestato alla “Digitalizzazione dell’intermodalità e della […]

di Nicola Capuzzo
8 Novembre 2021
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Piattaforma logistica nazionale UirNet

Provvedimento nell’aria da tempo, il Governo si è risolto: l’esperienza di Uirnet termina qui.

Nell’ultima edizione della Gazzetta Ufficiale, infatti, è stato pubblicato il decreto legge contenente “Disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose”. L’articolo 30 è intestato alla “Digitalizzazione dell’intermodalità e della logistica integrata” e stabilisce che le funzioni di soggetto attuatore della piattaforma logistica nazionale passino immediatamente da Uirnet,(ribattezzata tempo fa Digitalog) al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili.

Le decine di convenzioni firmate con la Spa (organismo di diritto pubblico partecipato da soci pubblici, misti e privati nonché da enti pubblici e associazioni di categoria) a partire dal 2004 – con elargizione di decine di milioni di euro di pubbliche risorse – cesseranno alla data di conversione del decreto legge. Un mese in più il Ministero avrà per regolare le pendenze con Uirnet.

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Il Mims viene col decreto chiamato ad “accelerare l’implementazione e il potenziamento della Piattaforma per la gestione della rete logistica nazionale incoerenza con il cronoprogramma previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Per farlo potrà sottoscrivere una convenzione con Ram Spa (società in house di Porta Pia, posseduta interamente da Ministero dell’Economia e delle Finanze e presieduta da Zeno D’Agostino, presidente del porto di Trieste) del valore di 758mila euro (fino a tutto il 2022).

Ram che a sua volta, ”al fine di far fronte  alle  ulteriori  attività  derivanti  dall’attuazione  degli interventi finanziati in tutto o in parte con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, viene “autorizzata, in deroga all’articolo 19, comma 5, del decreto legislativo 19 agosto 2016, n. 175 (testo unico sulle partecipate pubbliche, ndr), ad assumere a tempo indeterminato 19 unità di personale non dirigenziale, con comprovata competenza in materia di logistica e di logistica digitale”. Spesa prevista di 1,4 milioni di euro l’anno.

Non specificato nel decreto il destino degli accordi esistenti fra Uirnet e Logistica Digitale. Quest’ultima, costituita da Enterprise Services del gruppo statunitense Dcx all’80%, Vitrociset e Fai Service al 10% ciascuna, si aggiudicò nel 2016 un megabando per realizzazione e gestione della piattaforma. Nel 2020, a fronte dello stallo del progetto, era sorto un virulento contenzioso fra i due soggetti, risolto nel marzo scorso con un accordo bonario che in teoria avrebbe sancito la prosecuzione dell’appalto, quanto meno fino a marzo 2022. Tanto Zeno D’Agostino quanto Francesco Benevolo, direttore di Ram, hanno ammesso di non sapere ancora quale sarà la sorte di tale pattuizione.

Sul tema è intervenuto Mario Mega, presidente dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, dicendo: “Gli scarsi ed intangibili risultati dell’azione della società per la creazione della Piattaforma Logistica Nazionale erano evidenti ma chissà perchè nessuno aveva il coraggio di prenderne atto. Per fortuna negli ultimi tempi l’atteggiamento del Mims è cambiato e nel Pnrr sono state previste delle misure che consentiranno di archiviare questa lunga e buia fase della digitalizzazione della logistica italiana per imboccare percorsi diversi”. Mega ha anche aggiunto: “Ora parte una nuova stagione per la digitalizzazione della logistica italiana che potrà dare ottimi risultati se si avrà l’intelligenza di abbandonare la ricerca di improbabili soluzioni informatiche centralizzate concentrandosi sulla creazione di sistemi interoperabili aperti dove ogni attore pubblico eserciti in maniera moderna le proprie competenze consentendo agli operatori privati di disporre di dati e informazioni da integrare nei propri gestionali secondo le proprie necessità”.

A.M.

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