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Il sindacato francese dichiara guerra alle deroghe chieste sui marittimi per i traghetti italiani

La Cfe-Cgc attacca armatori e colleghi: “Se le regole d’imbarco saranno modificate, chiederemo all’Eliseo che i porti francesi siano interdetti ai traghetti del Registro Internazionale Italiano che li scalano”

di Andrea Moizo
14 Luglio 2022
Stampa

“Se questa prospettiva dovesse concretizzarsi, chiederemo allo Stato francese di reagire urgentemente invocando il principio di salvaguardia al fine di impedire a questi traghetti l’accesso ai porti francesi”.

Pierre Maupoint de Vandeul, presidente della sezione marittimi del sindacato francese Cfe-Cgc, ha attaccato duramente la richiesta dell’armamento italiano al Governo, avallata dal sindacato confederale, di derogare alle regole sull’imbarco di extracomunitari su ro-ro e ro-pax impegnati nel cabotaggio, “un’accelerazione del dumping sociale in Mediterraneo, un’altra volta causata dagli armatori italiani”.

Oltre alle compagnie armatoriali italiane Maupoint de Vandeul mette nel mirino i sindacati confederali del nostro paese, che, avendo accettato all’inizio degli anni 2000, la modifica dell’originario regime del Registro Internazionale Italiano, aprendo, a determinate condizioni, all’imbarco di extracomunitari a coprire parte dell’equipaggio, “hanno creato le condizioni per la sparizione dei posti di lavoro che erano chiamati a proteggere. Perché gli armatori italiani non imbarcano i loro marittimi, quali che siano le loro nazionalità, alle condizioni dello Stato di bandiera e non a quelle del paese di provenienza, come avviene sui traghetti francesi iscritti in primo registro? Perché la penuria di personale navigante, che dovrebbe rappresentare la prima tappa di una rivalorizzazione degli impieghi di bordo a livello europeo e dunque renderli più attrattivi, rischia di diventare al contrario un ulteriore colpo d’acceleratore verso posti di lavoro ‘internazionali’ ancora più precari?”.

La durissima reprimenda, con cui Cgil, Cisl e Uil vengono tacciate di “lassismo ventennale se non vera e propria complicità”, si conclude come detto con l’avviso che, in caso di deroghe italiane, il sindacato francese chiederà l’interdizione ai porti corsi delle navi di Corsica Ferries e Moby e al porto di Sète di quelle di Grandi Navi Veloci. Lo stesso potrebbe avvenire anche per Ichnusa Lines attiva fra i porti di Santa Teresa di Gallura e Bonifacio.

Per il momento dall’Italia non si registrano reazioni ufficiali, anche se in ambiente sindacale si chiarisce che l’eventuale avallo a deroghe all’imbarco di personale extracomunitario non sarebbe in bianco. Innanzitutto, infatti, il sindacato confederale pretenderà che ogni intervento sia temporalmente circoscritto, al massimo fino a metà settembre. Inoltre saranno richiesti impegni scritti e immediati da parte ministeriale ad attuare interventi che il sindacato richiede da tempo, da ultimo con il rinnovo del Ccnl.

Le migliorie auspicate sono molte, ad esempio l’attuazione di un significativamente maggior numero di sessioni degli esami tenuti presso le Capitanerie di Porto per gli allievi, costretti magari ad attendere 5 mesi fra una sessione e l’altra. O la semplificazione all’accesso professionale di molte figure, basti pensare ai 3 anni necessari anche a un diplomato all’alberghiero per acquisire l’abilitazione di cuoco equipaggio. Senza dimenticare gli aspetti retributivi (soprattutto per gli allievi) e di rafforzamento della stabilizzazione, con maggior ricorso alla Crl (Continuità di rapporto di lavoro). Solo alcuni flash di una più articolata riforma, in primis del Dpr 231/2006 (Regolamento recante la disciplina del collocamento della Gente di Mare), alla cui urgenza il sindacato italiano è deciso a condizionare ogni deroga alle regole sulla nazionalità dei marittimi.

In attesa di un intervento governativo, intanto, la problematica della carenza di equipaggi ha avuto plastica evidenza presso Corsica Ferries. Con metà dell’equipaggio di Sardinia Vera contagiata dal Covid, la compagnia, impossibilitata a reperire qualche decina di marittimi in sostituzione dei ‘titolari’, ha dovuto fermare la nave in isolamento a Livorno alcuni giorni fa, coprendone i viaggi col resto della flotta, ma non senza alcuni disagi per i passeggeri. La ripartenza è prevista per mercoledì prossimo.

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