Rigassificatore a Piombino, possibili risarcimenti a Pim
Ancora da chiarire misura e effetti dell’interferenza della struttura col cantiere navale. Pioggia di richieste di integrazione a Commissario e Snam da Adsp, Capitaneria, Comune e altri enti
Che il rigassificatore previsto dal Governo per l’installazione a Piombino avrebbe creato interferenze con l’attività portuale del Comune toscano era chiaro fin da subito, ma negli ultimi giorni il problema ha trovato evidenza formale.
Il Commissario per la realizzazione dell’infrastruttura, infatti, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, sta pubblicando quasi in tempo reale gli atti relativi alla procedura. Fra essi negli ultimi giorni tanto le osservazioni dei terzi (fra cui ad esempio quelle di Comitati o Comuni non interessati: è il caso di Pisa, espressosi negativamente) quanto quelle degli enti coinvolti nella conferenza dei servizi attivata da Giani.
Nel primo gruppo rientrano alcune osservazioni sottoposte a Giani da Velrio Mulasi, amministratore delegato di Piombino Industrie Marittime, il cantiere navale joint venture fra il Gruppo Neri e San Giorgio del Porto che opera sulle aree in parte destinate al rigassificatore, “aree che, con atto sostitutivo di concessione demaniale marittima (atto n. 128 del Repertorio degli atti, sottoscritto il 22.10.2020 tra Piombino Industrie Marittime srl e Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale) sono state assentite in concessione alla Società sino al 2041, ivi inclusi gli specchi acquei prospicenti le relative banchine”, e che “saranno impegnate, per non meno di tre anni dalla data di entrata in esercizio della Fsru, sottraendo asset fondamentali per l’attività produttiva dello Stabilimento”.
Da qui la richiesta a Giani “di urgenti indicazioni circa gli eventuali provvedimenti di qualsiasi natura che dovranno essere messi in atto per garantire la prosecuzione dell’attività industriale nelle mutate circostanze, salvaguardando i diritti del concessionario, gli investimenti realizzati, l’avviamento aziendale e le prospettive di sviluppo dell’attività esercitata”.
Il tema delle interferenze con Pim è centrale anche per l’Autorità di Sistema Portuale (naturalmente coinvolta nella conferenza dei servizi), che chiede non solo di valutare “il coinvolgimento del predetto soggetto concessionario”, ma anche di avviare “i necessari percorsi amministrativi volti tanto a contemperare/eliminare ogni forma di sovrapposizione/interferenza potenzialmente capace di ostacolare ab origine lo sviluppo del procedimento in oggetto quanto a stimare – ove del caso – l’impatto dei possibili profili risarcitori”.
Non è affatto l’unico rilievo sollevato da Adsp alla procedura imbastita finora da Commissario e Snam. Si eccepisce infatti sul fatto che quest’ultima abbia chiesto una concessione di 25 anni per le aree portuali, invece che, come previsto, di 3 per poi spostare la struttura. E che lo abbia fatto non secondo l’articolo 18 della legge portuale per in base all’art.36 del Codice della Navigazione. A proposito della permanenza temporanea in porto, per Adsp serve anche una “relazione tecnica (con annesso cronoprogramma) relativa agli interventi di liberazione e remissione in pristino delle aree demaniali di che trattasi”, ed è “necessario che la Società, coerentemente con gli impegni già assunti circa l’individuazione di localizzazioni alternative per l’impianto e ove queste ricadano nell’ambito di giurisdizione di questa AdSP, produca sin da subito idonea progettualità – anche di livello preliminare – afferente al successivo trasferimento in altra area dello stesso”.
A valle di tutto ciò la richiesta di integrazioni, da parte di Snam, sulle interferenze con le attività portuali. Un argomento oggetto anche di osservazioni da parte soprattutto della Capitaneria di Porto (Ufficio Circondariale Marittimo Piombino) che chiede in particolare “evidenza documentale in ordine alla fattibilità delle manovre di ingresso/ormeggio ed uscita/disormeggio della Fsru e della metaniera” ed altri approfondimenti sulla “sicurezza della navigazione in ambito portuale”. Come Adsp, poi, ampie sono le esigenze manifestate in merito ai chiarimenti su attività di safety e security previste per il rigassificatore. Meno stringenti ma nondimeno indispensabili anche alcune richieste integrative sottoposte dai Ministeri della Transizione Ecologica e dal Ministero della Cultura, mentre il Comune di Piombino, notoriamente contrario all’opera, ha presentato 12 pagine di richieste di integrazioni alla documentazione fin qui prodotta.
A.M.
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