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Chiuse le indagini sulle presunte false certificazioni del Rina

Il Registro e 15 persone fisiche fra gli imputati del primo filone. Nelle carte dell’inchiesta la manomissione di documenti riguardanti navi di Messina, Corsica Ferries, Energy Shipping e diverse compagnie straniere

di Redazione SHIPPING ITALY
22 Settembre 2022
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La procura di Genova ha chiuso le indagini sulle presunte false certificazioni rilasciate a navi passeggeri e mercantili dal Rina, il Registro navale italiano. Sono 15 le persone indagate oltre alla società, 13 dipendenti del Rina e due funzionari della Capitaneria.

Sono 17 i capi di imputazioni ipotizzati a dipendenti del Rina, funzionari della Capitaneria, capitani della flotta Jolly della compagnia Messina, oltre a dipendenti della stessa società. Le accuse, per tutti, sono di falso in atto pubblico perché nonostante guasti e problemi riscontrati sui mercantili sarebbero state rilasciate comunque le certificazioni di sicurezza. Tra gli episodi contestati anche falsi verbali sulla Jolly Nero, la portacontainer che nel maggio 2013 urtò la torre piloti del porto di Genova facendola crollare e causando la morte di nove persone.

Per l’accusa, sostenuta dal pm Walter Cotugno, alcuni indagati distrussero il verbale di ispezione successiva alla tragedia e ne compilarono uno falso. L’inchiesta sulle false certificazioni era nata proprio nel corso delle indagini sul disastro. Gli investigatori della Guardia di Finanza avevano scoperto così il giro di certificazioni sospettate di essere “aggiustate”. Secondo il pm la nave, certificata dal Rina e ispezionata dalla Capitaneria, era salpata con le carte truccate e alcune apparecchiature guaste. Nel 2017 due funzionari della Capitaneria erano stati sospesi mentre due ingegneri del Registro navale erano finiti ai domiciliari.

Tra gli altri episodi contestati anche le false certificazioni per il Norman Atlantic, il traghetto che prese fuoco nel 2014 durante la navigazione sulla tratta tra Igoumenitsa e Ancona causando 9 morti e 19 dispersi. Fra le navi appartenenti all’epoca dei fatti a società italiane, beneficiarie degli illeciti ascritti agli imputati, anche la Sundaisy (general cargo all’epoca della genovese Energy Shipping, oggi di proprietà di Finbeta) e la Mega Smeralda di Corsica Ferries. La notizia di chiusura delle indagini riguarda, oltre al Rina, 15 delle 39 persone originariamente indagate. Le altre 24 sarebbero state inserite in un filone di indagini parallelo.

Questa la replica del Rina alla notizia dei rinvii a giudizio: “Dai documenti di chiusura indagini depositati traspare una volontà di costruire un teorema che non ha alcun fondamento sui fatti. Un teorema che nemmeno spiega per quale motivo le persone coinvolte o il RINA dovrebbero avere commesso quanto gli viene attribuito nonostante sette anni di indagini, migliaia di pagine di intercettazioni e milioni di documenti acquisiti dagli inquirenti. Attendiamo di conoscere gli sviluppi a seguito delle richieste dell’accusa e delle decisioni dei giudici, conservando completa fiducia nella giustizia”.

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