La Capitaneria di Genova proroga gli arruolamenti semplificati
Adducendo la prosecuzione di problematiche pandemiche, il comando del porto ligure porta a fine 2023 la scadenza della facilitazione anti-covid stabilita tre anni fa dal Decreto Cura Italia, ma dimentica il sindacato

La modalità semplificata di arruolamento dei marittimi continuerà per tutto il 2023, ma (per ora) solo nel porto di Genova.
Nel marzo 2020, appena scoppiata la prima ondata di Covid-19, fra le prime misure di riduzione dei contatti fu previsto dal Governo, con un Decreto Legge, di consentire alle compagnie armatoriali di poter derogare all’articolo del Codice della Navigazione sull’arruolamento dei marittimi – che, a loro tutela, prevede la stipula con atto pubblico presso gli uffici della Capitaneria del porto di imbarco – e di utilizzare la modalità semplificata di norma concessa agli arruolamenti in porto estere non sede di consolato (stipula a bordo alla presenza di due testimoni). L’iniziale scadenza a fine 2020 fu poi prorogata in ragione del perdurare della pandemia a tutto il 2022, sempre per decreto.
Le associazioni datoriali degli armatori hanno come noto apprezzato la novità e promosso un’attività di lobby per un’ulteriore proroga, puntando in particolare alla proposta di un emendamento in sede di conversione in legge (in corso) del Decreto Milleproroghe.
Nel mentre, tuttavia, la Capitaneria di Genova ha deciso di allungare il passo, con un decreto firmato una settimana fa dal Capo del Compartimento Sergio Liardo.
Vi si legge che Genova è “il sorgitore che ospita le società di navigazione che avvicendano il maggior numero di marittimi (Gnv, Cin/Moby, Grimaldi, Forship, etc)”, che tale numero è in “progressiva crescita (nel corso del 2022 8.290 convenzioni di arruolamento” e soprattutto che “l’organico in servizio, anche se in misura ridotta rispetto al periodo emergenziale, continua ad essere interessato da casi di Covid-19, con la conseguente assenza per malattia del citato personale contagiato e che tali assenze aggravano ulteriormente le contingenze generate dalla conclamata carenza di personale”.
È per queste ragioni che, in sostituzione di un intervento governativo, per Liardo “risulta necessario emanare una diversa misura giuridica/regolamentare che garantisca gli stessi effetti sia sui carichi di lavoro che sullo snellimento delle procedure”. Da cui il decreto che consentirà agli armatori di imbarcare a Genova senza doversi recare in Capitaneria ma utilizzando le modalità derogatorie per l’arruolamento all’estero.
Nell’elenco dei destinatari della comunicazione circolata dalla Capitaneria genovese per render nota l’adozione del decreto figurano circa 120 fra compagnie marittime, agenzie marittime e associazioni di categoria oltre alle Autorità di Sistema Portuale e alle altre capitanerie liguri, ma non le organizzazioni sindacali, che hanno infatti dichiarato di non essere state messe al corrente dell’iniziativa.
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