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“Nella navalmeccanica italiana 2mila lavoratori sfruttati”

È il risultato delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza a seguito dell’inchiesta della Procura veneziana sui subappalti nello stabilimento Fincantieri di Marghera

di Redazione SHIPPING ITALY
28 Marzo 2023
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“La Guardia di Finanza di Venezia, all’esito di pregressa attività investigativa diretta dalla Procura della Repubblica di Venezia tesa a disvelare l’esistenza di sistematiche condotte di sfruttamento della manodopera all’interno dei cantieri navali veneziani, ha individuato, anche grazie alla collaborazione con il locale Ispettorato Territoriale del Lavoro, quasi 2.000 lavoratori, per lo più bengalesi e dell’Europa dell’est, retribuiti con paghe irregolari e spesso privati dei più elementari diritti sanciti dai contratti collettivi”.

Lo ha spiegato una nota delle Fiamme Gialle, a descrizione di un’attività d’indagine figliata da quella che dal 2019 ha messo nel mirino il sistema dei subappalti presso lo stabilimento di Marghera di Fincantieri, portando a processo anche alcuni dirigenti del colosso navalmeccanico: “L’attività consegue all’esame di cospicua documentazione rinvenuta presso le sedi di società affidatarie dei lavori di carpenteria meccanica, afferente l’impiego e alla retribuzione di forza lavoro presso diversi cantieri navali dislocati su tutta la penisola”.

Secondo la Gdf “sarebbe stato acclarato, in tal senso, il sistematico ricorso, da parte delle imprese appaltatrici, al meccanismo della cosiddetta ‘paga globale’, in virtù del quale il lavoratore veniva retribuito, a prescindere dalle previsioni del contratto collettivo nazionale di settore, con una paga oraria forfettaria, parametrata esclusivamente alle ore lavorate. Tale paga lorda veniva riconosciuta a fronte della predisposizione di una busta paga fittizia, recante l’indicazione di voci artificiose – quali ‘anticipo stipendio’, ‘indennità di buono pasto’, ‘c.d. bonus 80 euro’, ‘indennità di trasferta’ e ‘anticipazione TFR’ – di fatto mai erogate al lavoratore dipendente e preordinate a sottrarre a ritenuta fiscale, previdenziale e assistenziale gli emolumenti corrisposti”.

La nota spiega anche che “Sarebbero stati, inoltre, acquisiti circostanziati elementi di riscontro in ordine allo sfruttamento di 383 lavoratori in quanto costretti ad accettare, per il loro stato di bisogno, condizioni di lavoro particolarmente sfavorevoli e una paga oraria inferiore ai 7 euro. Più in generale, l’attento esame delle predette buste paghe e il loro raffronto con le risultanze investigative raccolte avrebbero permesso di evidenziare come numerosi dipendenti delle società affidatarie dei lavori sarebbero stati remunerati con una paga globale oraria inferiore a quella prevista dai contratti nazionali di categoria o senza percepire altre utilità formalmente riportate in busta paga o, ancora, tramite elargizioni ‘fuori busta’. Il tutto avrebbe permesso di rilevare la posizione di 1.951 lavoratori irregolari, che avrebbero complessivamente percepito un flusso reddituale pari a 6 milioni di euro non sottoposto a imposizione né contribuzione”.

A valle della nota diffusa dalla Gdf l’azienda navalmeccanica di Stato ha fatto sapere che “Fincantieri investe la massima attenzione sulla sicurezza e il benessere della sua comunità. L’azienda sottolinea che il processo di fornitura è costantemente monitorato da procedure vincolanti in materia di diritti dei dipendenti. I fornitori di primo e secondo livello, infatti, sono tenuti a garantire ai propri lavoratori il corretto trattamento in termini di retribuzione e riconoscimento di tutti i diritti garantiti dalla legge, compresi i contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi, che devono essere correttamente e puntualmente versati. In relazione alle notizie emerse oggi, relative a un’indagine di cui Fincantieri è venuta a conoscenza nel 2019 e in cui emerge come parte lesa, l’azienda ribadisce il proprio impegno a favore della legalità, come dimostra il Protocollo Quadro Nazionale sottoscritto direttamente con il Ministero dell’Interno nel 2017, e la piena collaborazione con la magistratura e con le forze dell’ordine”.

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