Sulla congestion fee Spediporto riconosce che serve cambiare modelli operativi a Genova
Riconosciuta anche dagli spedizionieri l’insostenibilità della situazione, ma la riunione dell’Adsp al momento non partorisce ancora una soluzione
Malgrado la congestion fee applicata dalle imprese dell’autotrasporto attive nel porto di Genova abbia ovviamente suscitato la contrarietà della clientela, in primis quella degli spedizionieri, quest’ultima riconosce almeno in parte la sussistenza delle motivazioni che sottendono all’iniziativa.
Lo si evince dalle parole di Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto: “Emerge la necessità di cambiare i modelli operativi e la politica delle soste e detention per favorire un decongestionamento della situazione e una nuova impostazione delle politiche di ritiro e consegna dei contenitori. Serve più che mai una carta dei servizi, servono più che mai regole chiare e penalità per chi non le rispetta”.
Insieme ai rappresentanti delle categorie interessate ieri Botta ha partecipato a una riunione organizzata dall’Autorità di sistema portuale: “I riscontri operativi ed i dati raccolti dagli uffici tecnici di Adsp mostrano l’importante complessità del problema le cui variabili sono certamente numerose.
Picchi di arrivi nave, schedule nave sistematicamente disattese, picchi di contenitori ai piazzali, picchi di arrivi ai gates portuali, disfunzioni del sistema telematico nazionale con blocchi operativi. I problemi sul tavolo sono numerosi, complessi e pesanti. Non c’è dubbio che una maggiore condivisione di dati ed informazioni potrà temperare il problema ma non consentirà certo di superarlo”.
In concreto le soluzioni paiono ancora indefinite, ma, ribadita la contrarietà alla congestion fee, da Spediporto è arrivata in sostanza un’apertura: “Abbiamo rappresentato l’impossibilità ad accogliere la richiesta ma la volontà di Spediporto è di lavorare fattivamente all’individuazione di una soluzione”.
A commentare l’incontro sul fronte dell’autotrasporto, in linea con le parole di Botta, è stata una nota di Trasportounito: Tutto il cluster portuale (Compagnie marittime, Spedizionieri, Terminal) ha condiviso l’analisi sull’oggettiva gravità degli extra costi che le Imprese di autotrasporto stanno sostenendo e quindi la necessità di intervenire urgentemente sul modello complessivo portuale, in primis per garantire il flusso regolare dei traffici camionistici e di servizio alla merce. A questo fine l’Autorità Portuale si è impegnata a convocare a breve tutte le categorie per tracciare un percorso verso questo obiettivo. Per parte loro le Associazioni rappresentative dell’autotrasporto (Trasportounito, Aliai, Anita, Cna Fita, Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap, Lega Cooperative) hanno confermato che le imprese di settore, ormai allo stremo, hanno avviato l’iter per l’applicazione della congestion fee, invitando l’intera comunità al senso di responsabilità per difendere la sostenibilità economica dei trasporti regolari, quindi l’economia portuale. L’alternativa a una misura che garantisca la sopravvivenza del settore – hanno sottolineato – sarebbe il fermo delle macchine e il rifiuto di effettuare i servizi di trasporto sottocosto favorendo l’irregolarità. In un’ottica in cui proprio la Comunità Portuale non può e non deve permettersi di generare il collasso del sistema imprenditoriale del trasporto su strada”.
Nessun commento è stato rilasciato dall’Autorità di Sistema Portuale sulla questione.
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