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Gnv chiude anche il 2023 in rosso ma aggiunge 100 mln d’investimenti sulle nuove navi

Catani si aspetta un consolidamento del mercato ma oggi pesano ancora sui conti il contesto concorrenziale, la startup ‘isole Baleari’, il bunker e l’incendio de La Superba

di Nicola Capuzzo
30 Luglio 2024
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Anche il 2023 di Grandi Navi Veloci (Gnv) se ne va in archivio con risultati finanziari in rosso: la perdita netta è stata di 155 milioni di euro, in crescita rispetto al negativo di 124 milioni di euro del 2022, ai 7,5 milioni del 2021 e ai 41,9 milioni del 2020. Bisogna ritornare al 2019 per trovare un esercizio in positivo (per poco meno di un milione di euro) peraltro giunto dopo esercizi precedenti che già avevano chiuso in rosso. Nel 2023 l’Ebitda è risultato negativo per 53,24 milioni di euro, in recupero rispetto allo scorso esercizio quando era stato di -82,27 milioni.

Eppure qualche motivo per sorridere la compagnia di traghetti guardando al bilancio 2023 lo ha: i ricavi sono cresciuti (+1,2%) raggiungendo quota 573 milioni di euro (566 milioni nel 2022) e, più in dettaglio, i ricavi “core” sono saliti del 3,2% risultando pari a 543,4 milioni di euro (contro i 526,6 milioni del 2022). Complessivamente il valore della produzione è sceso da 613,8 a 600,1 milioni di euro per il venir meno delle attività straordinarie, come i noleggi del Governo italiano attivati durante il periodo pandemico.

L’esercizio scorso la compagnia ha visto un ulteriore incremento sia nei volumi dei passeggeri trasportati sia in quelli delle merci stabilendo nuovi primati storici con 2,4 milioni di persone imbarcate (+5,2% rispetto al 2022) e con 4,34 milioni di metri lineari di carico merci rotabile (+9,3%).

Fra le note positive anche l’incremento del numero dei dipendenti (+147 rispetto al 2022) che sono stati mediamente pari a 1.994 tra amministrativi e marittimi (rispetto alla media di 1.847 nel 2022).

Cinque sono invece i fattori che hanno pesato maggiormente sul risultato netto negativo della società. In primis l’investimento realizzato per entrare dal 2021 nel mercato delle isole Baleari (dove peraltro verrà impiegata da fine anno la nuova nave traghetto Gnv Polaris) che, essendo ancora una start-up e nonostante la progressiva conquista di quote di mercato, necessita di un tempo maggiore per operare pienamente a regime ed essere quindi economicamente profittevole.

Ha impattato gravemente poi l’incendio della nave La Superba (innescato da un’avaria del sistema di refrigerazione di un mezzo pesante imbarcato) che da gennaio 2023 ha comportato una perdita potenziale di circa 200mila metri lineari di capacità di trasporto (e 25.000 passeggeri) da e verso la Sicilia e quindi un mancato potenziale guadagno quantificato in circa 30 milioni di euro. Anche a seguito di questo avvenimento (la nave verrà demolita in Turchia a fronte di un rimborso dalle assicurazioni di 85 milioni di euro) Gnv ha deciso di rivedere i progetti di tre delle quattro navi traghetto di nuova costruzione in Cina aumentandone la capacità di trasporto passeggeri. “La capacità del garage – spiega a SHIPPING ITALY l’a.d. Matteo Catani – rimarrà di 3.000 metri lineari mentre le cabine passeggeri da 250 diventeranno 450 per la seconda, terza e quarta nuova costruzione attese in consegna entro fine 2026”. L’incremento del valore della commessa del Gruppo Msc al cantiere è salito per questo da 500 a 600 milioni di dollari secondo indiscrezioni.

A pesare su conti 2023 di Gnv anche i costi per servizi e gli altri costi operativi, pari a 311,58 milioni di euro (di cui 17,10 milioni aventi carattere non ricorrente), saliti del 14,3% rispetto ai dati dell’esercizio precedente. “Costi che, complice la domanda debole e i conseguenti prezzi bassi, non è stato possibile per la compagnia riversare sul mercato” spiegano ancora dalla shipping company genovese.

Il quarto fattore negativo è stato rappresentato dai prezzi dell’energia (carburante e materie prime) perché, nonostante un risparmio di circa 50 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente, continuano a influenzare in maniera significativa l’andamento della gestione. Nel 2023 Gnv ha speso 248,66 milioni di euro per l’acquisto di materie prime (principalmente combustibile, in misura minore lubrificanti e forniture di bordo), un valore in calo del 16,4%, grazie come detto alla riduzione dei prezzi dei prodotti petroliferi, alla diminuzione dei consumi per miglio e al positivo contributo derivante dalle coperture finanziare sul prezzo dei carburanti adottate dal Gruppo Msc. Ma ciò non è bastato.

L’ultimo aspetto che ha impattato sui risultati, ma forse quello più significativo visto che perdura ormai da diversi anni, è il contesto competitivo sulle rotte operate dalla compagnia, “fortemente condizionate da una domanda molto price sensitive sia nel segmento merci che passeggeri” sottolinea ancora Catani, che pur senza nominare direttamente i concorrenti (in primis Grimaldi Euromed), prevede nel medio-lungo termine “un riequilibrio del mercato con approcci più razionali dettati anche da un atteso consolidamento”. Alla domanda dunque se Gnv sarà protagonista di operazioni di acquisizioni e fusioni, l’a.d. risponde che “fino ad oggi la compagnia è crescita in maniera organica e continuerà a fare lo stesso”. La seconda parte di risposta non detta è che potrebbe essere semmai la controllante, ovvero il Gruppo Msc (che già detiene il 49% di Moby), a giocare questa partita se e quando si presenterà l’occasione.

Oggi Gnv dispone di una flotta di 25 navi, opera 31 linee in 7 Paesi, da e per Sardegna, Sicilia, Spagna, Francia, Albania, Tunisia, Marocco e Malta. Nonostante le perdite (finora sempre ripianate dal fondatore di Msc, Gianluigi Aponte) non ha in previsione di ridimensionare l’organico anche se si dice “impegnata in un processo di ristrutturazione aziendale che sta coinvolgendo tutti i dipartimenti della compagnia e che prevede importanti investimenti, in particolare nell’area IT, necessari per puntare a un efficientamento dei processi e a un consolidamento economico del business nel medio termine”; non si esclude invece una “razionalizzare della flotta a mano a mano che entreranno in servizio le nuove costruzioni” conclude l’a.d. della società di traghetti.

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