Molte luci e qualche ombra per il regolamento europeo sulla demolizione
A quasi 12 anni dall’adozione la Commissione Ue promuove la normativa sullo ship recycling ma stigmatizza il permanere di pratiche elusive da parte degli armatori

“Il Regolamento ha ampiamente raggiunto i suoi obiettivi e, in particolare, attraverso l’istituzione di un elenco europeo dedicato di impianti di riciclaggio delle navi autorizzati, ha contribuito a standard ambientali e sociali più elevati nelle pratiche di riciclaggio delle navi”.
È questo in sintesi il giudizio che la Commissione Europea ha formalmente espresso ad esito di una disamina degli effetti del regolamento europeo adottato nel 2013 su demolizione e riciclaggio delle navi, divenuto “un importante parametro di riferimento utilizzato dalle parti interessate e dalle autorità all’interno e all’esterno dell’Ue”.
Secondo Bruxelles, tuttavia, l’efficacia del Regolamento “è stata notevolmente compromessa dalla pratica degli armatori di cambiare la bandiera della nave da quella di uno Stato membro a quella di un paese extra-Ue poco prima di essere demolita, incentivati dalle entrate aggiuntive derivanti dalla vendita di navi a fine vita ai cantieri dell’Asia meridionale”.
Inoltre la valutazione condotta dalla Commissione, secondo la nota rilasciata da quest’ultima, “evidenzia che gli inventari di materiali pericolosi sono ancora troppo spesso assenti durante la vita operativa della nave. Nella fase di demolizione, la qualità degli inventari è spesso insufficiente”.
Questa valutazione precede l’entrata in vigore della Convenzione di Hong Kong nel giugno 2025, che stabilisce standard internazionali di riciclaggio delle navi meno rigorosi del Regolamento Ue sul delle navi in alcuni settori: “La Commissione intende valutare come questa Convenzione verrà implementata e, possibilmente, migliorata verso standard globali più rigorosi. Allo stesso tempo, la Commissione continuerà a monitorare l’attuazione del Regolamento, collaborando con gli Stati membri, i paesi extra Ue e le parti interessate. Si concentrerà sull’impedire alle navi battenti bandiera Ue di eludere i propri obblighi di far riciclare tali navi in strutture elencate dall’Ue, chiarendo gli standard e garantendo sanzioni per le violazioni”.
Ieri, la Commissione europea ha anche adottato la 14a edizione dell’elenco europeo degli impianti di riciclaggio delle navi. La Commissione ha aggiunto un cantiere nei Paesi Bassi e un cantiere in Turchia. Tre cantieri, che si trovavano in Lettonia, Lituania e Turchia, sono stati rimossi. L’elenco europeo contiene ora 43 impianti: 31 cantieri situati in Europa (Ue, Norvegia e Regno Unito), 11 in Turchia e 1 negli Stati Uniti. L’unico italiano è il genovese San Giorgio del Porto.
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