Bartolotti: “Micoperi è tornata in utile e ora investe sulla salute”
Intervista al fondatore dell’azienda romagnola specializzata in servizi marittimi al mercato offshore che, dopo anni delicati, torna a guardare nuovi progetti sui quali investire

Ravenna – Ottant’anni compiuti ai primi di gennaio, un’energia intatta e contagiosa, la parlata, il sorriso e i modi garbati di un vero gentiluomo della Romagna prima ancora che un imprenditore di successo. L’incontro con Silvio Bartolotti, managing director di Micoperi, avviene all’ultima edizione della fiera Omc Med Energy di Ravenna, evento di riferimento per il settore oil & gas, dove l’azienda italiana attiva nei servizi per l’offshore (e che tutti ricordano anche per aver gestito le complesse operazioni di recupero della Costa Concordia) ha allestito uno stand imponente all’interno del padiglione 7, a fianco di altri big del settore.
Bartolotti racconta in esclusiva a SHIPPING ITALY l’andamento del gruppo e la propria ‘anomalia’ di imprenditore vecchio stampo, che continua a lavorare giornalmente con la stessa filosofia degli esordi, mantenendo inalterata l’impostazione da grande azienda familiare italiana e un profilo (forse fin troppo) “low”.
Qual è il significato della vostra presenza a Omc e con che prospettiva siete stati presenti all’edizione 2025?
“Siamo stati fra le aziende fondatrici di questo evento, che è arrivato alla diciassettesima edizione ed è nato per volontà di un gruppo di amici. La nostra è una presenza istituzionale, diciamo, a OMC si spinge molto sui concetti di innovazione e tecnologia, che qui è rappresentata interamente. Quest’anno ho notato una presenza notevole e un forte interesse da parte dei giovani, un segnale incoraggiante per il futuro”.
Come sta andando Micoperi? Come avete chiuso il 2024 e che prospettive avete per quest’anno?
“La buona notizia è che siamo tornati in attivo. Nel 2024 il fatturato è stato di circa mezzo miliardo di euro e Micoperi è di nuovo in utile, dopo otto anni di crisi del settore petrolifero. Anche per il futuro siamo ottimisti, vedo che oggi tutti ci cercano, è una bella soddisfazione”.
Come siete usciti da questa lunga serie di anni negativi per il settore?
“Alla nostra maniera, senza aver mai licenziato nessuno nemmeno nei periodi peggiori e salvaguardando le nostre maestranze come prima cosa (Ndr: a livello globale sono oltre 2.500). Vede, io sono uno che ha sempre vissuto del proprio stipendio di lavoratore, non abbiamo mai assegnato dividendi e gli utili dei periodi migliori sono stati utilizzati per altri investimenti nell’azienda, specie in ricerca e sviluppo, anche in settori che teoricamente non ci appartengono”.
Per esempio?
“Quello della salute. Non lo abbiamo ancora comunicato ma abbiamo avviato un ‘Progetto salute’ per il nostro personale. E’ in pratica una forma di welfare che vuole monitorare le condizioni fisiche dei dipendenti, attraverso esami diagnostici e anche l’uso di alcuni integratori alimentari innovativi basati sulle microalghe, frutto dell’attività di ricerca dei nostri laboratori”.
A chi è rivolto il Progetto salute?
“Abbiamo pensato in primis ai marittimi, che restano a bordo delle nostre navi per 4-8 settimane e devono naturalmente essere in buona forma fisica, ma l’idea è di estenderlo progressivamente a tutti. Partiremo con la sua applicazione con i primi 200-250 dipendenti, quelli che lavorano sulle navi più vicine geograficamente. Un dipendente sano, soddisfatto e motivato è la vera ricchezza dell’azienda.”
Dal punto di vista industriale quali sono gli ultimi progetti più significativi?
“Sicuramente il nuovo rigassificatore di Ravenna, che abbiamo completato in soli dieci mesi invece dei tre anni previsti.”
Parlando di Ravenna, qual è il suo pensiero sul nuovo porto?
“Resta un’infrastruttura molto importante a livello nazionale ma anche internazionale, di cui beneficia tutto il territorio. Va però migliorata la viabilità attorno al porto, in modo da massimizzarne l’efficienza.”
Qual è la cosa di cui va più orgoglioso?
“Del fatto che portiamo l’italianità nel mondo”.
La continuità aziendale di Micoperi è garantita dai due figli di Bartolotti, uno dei quali guida le (importanti) attività del gruppo in Messico, da dove si sposta in continuazione facendo avanti e indietro con l’Italia, mentre l’altro è responsabile commerciale, di base in Italia. “Ha quarantotto anni e trentaquattro di contributi”, chiude sorridendo Bartolotti mentre lo indica, orgoglioso.
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