Casadei & Ghinassi da Ravenna vede la ripartenza dell’offshore mentre il siderurgico stenta
Federico Di Tommaso, presidente dell’Associazione dei doganalisti dell’Emilia-Romagna, vede anche nell’automotive un nuovo settore ricco di opportunità per lo scalo romagnolo

Ravenna – Per tastare il polso al mercato della logistica parlare con gli spedizionieri è sempre un esercizio utile. La storica agenzia Casadei & Ghinassi di Ravenna del gruppo S.M.C. è sicuramente un buon esempio, sia perché è un nome di riferimento sia perché, col suo doppio ruolo di agenzia marittima e casa di spedizioni, ha una visione privilegiata. Fra i suoi clienti poi ci sono grossi nomi come Marcegaglia, Ikea, Rosetti Marino, Fratelli Righini e molti altri.
All’ultima edizione di OMC Med Energy Federico Di Tommaso, doganalista di Casadei & Ghinassi e presidente dell’Associazione dei doganalisti dell’Emilia-Romagna, ha analizzato per SHIPPING ITALY il momento di mercato durante un incontro presso lo stand collettivo di Roca-Ravenna Offshore Contractor Association, di cui l’agenzia è socia.
Partiamo dalla fine, com’è andato il 2024 per voi?
“Nel complesso è stato un anno positivo, nonostante alcune criticità. Ad esempio per noi la siderurgia vale circa il 50% del giro d’affari totale e il settore sta attraversando un momento non facile, fra calo dei volumi e incertezza sulla questione dei dazi. Teniamo presente che la siderurgia ha già dovuto assorbire la ‘botta’ dell’azzeramento dei traffici con Russia e Ucraina. Siamo un po’ ‘appesi’, insomma, oggi è difficile fare previsioni”.
Come va invece l’offshore?
“Qui meglio. Il settore vive una stagione di grandi cambiamenti, negli ultimi anni l’attenzione era tutta sulla sostenibilità e il green, ora invece sono ripartiti i progetti di esplorazione e si parla nuovamente di produzione. Si sente un’aria nuova ed è incoraggiante, per noi operatori l’impressione è quella che si stia per tornare a un offshore che possiamo definire ‘classico’, ma attento alle nuove tecnologie, che aprirà nuove opportunità: lo si avverte parlando con le aziende”.
Il porto di Ravenna è per voi l’infrastruttura di riferimento, cosa vi aspettate dal prossimo ampliamento?
“Lo scalo ravennate è uno dei maggiori per il settore delle rinfuse: fertilizzanti, argille, bulk in generale e tutta la petrolchimica naturalmente. Qui fra l’altro arrivano anche diversi di questi prodotti in import dall’America, ed è chiaro che su quelli attendiamo una maggiore chiarezza riguardo eventuali dazi. Il nostro vantaggio è che qui abbiamo molti spazi a disposizione e il porto si è recentemente aperto anche a nuovi traffici, penso ad esempio all’automotive, che possono generare nuovo business o compensare eventuali cali di altri settori”.
Come operatori portuali come vedete il futuro di Ravenna?
“In questo momento siamo in attesa di eleggere il nuovo sindaco (il 25 e 26 maggio, ndr), di vedere nominato il nuovo presidente dell’Autorità di Sistema portuale, il comandante della Capitaneria e anche quello delle Dogane. E’ chiaro che serve che tutte queste caselle vadano riempite ma siamo ottimisti per il futuro, il porto è stato oggetto di forti investimenti, pubblici e privati e ha grandi prospettive”.
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