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Il futuro della Marina Militare italiana: segnata la rotta dell’evoluzione della flotta

Nel Rapporto Marina 2024 sono indicate innovazioni, prospettive e la bussola tecnologica dello sviluppo adattivo delle unità militari che difendono il Paese sopra e sotto i mari

di Giuseppe Orrù
9 Maggio 2025
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Consegna Nave Trieste (22)

La Marina Militare italiana sta affrontando una trasformazione profonda della sua componente navale, orientata a disporre, nei prossimi anni, di una forza di superficie, subacquea e aerea in grado di agire in maniera coordinata, combinando capacità di fuoco, autonomia logistica, connettività e versatilità operativa.

Alla base di questa visione c’è l’esigenza di potenziare la capacità di fuoco, non solo aumentando il numero di sistemi di lancio e la tipologia delle munizioni, ma anche attraverso la possibilità di integrare nuove armi e sensori di ultima generazione. Parallelamente, viene rafforzata la sostenibilità delle unità navali, puntando sull’autonomia logistica delle singole navi e sulla capacità del gruppo navale di garantire il supporto necessario in mare aperto. Fondamentale è anche la connettività, che trasforma ogni nave, sommergibile, velivolo e drone in parte di un unico sistema integrato, grazie a una solida architettura di comando e controllo e a un efficace scambio dati in tempo reale.

Un aspetto che caratterizza l’approccio italiano è la versatilità delle nuove unità di superficie. Navi come il pattugliatore polivalente d’altura (PPA) e la nave d’assalto anfibio multiruolo Trieste sono progettate per affrontare un ampio ventaglio di missioni, comprese quelle più complesse. La loro struttura modulare permette di riconfigurare gli spazi di bordo a seconda delle esigenze operative, consentendo di imbarcare di volta in volta moduli abitativi, ospedali, posti comando, mezzi da sbarco o sistemi unmanned, ovvero senza la presenza di operatori a bordo, sia di superficie che subacquei o aerei.

Questo concetto di modularità è destinato a evolversi ulteriormente con la progettazione delle future unità, come i caccia DDX, le unità anfibie LXD, le navi per la sorveglianza della dimensione subacquea e i nuovi sommergibili di generazione NFS. Ogni piattaforma diventerà così un vero e proprio “sistema di sistemi”, in grado di adattarsi nel tempo grazie all’integrazione di nuove tecnologie senza modificare la struttura madre. La presenza a bordo di spazi e predisposizioni per movimentare e gestire mezzi senza piloti a bordo diventa un requisito strutturale, che permetterà di aggiornare i payload operativi man mano che evolvono le tecnologie.

A guidare questo percorso di rinnovamento è il modello concettuale Multi Capability Carrier, che riunisce e armonizza i quattro requisiti considerati essenziali anche in prospettiva futura: capacità di fuoco, sostenibilità, connettività e modularità. Questo modello rappresenta il riferimento per tutte le nuove costruzioni e costituisce il filo conduttore dello sviluppo navale con orizzonte al 2040.

Per accompagnare questo processo, nel 2024 è stato avviato il Naval Innovation Compass, un canale di studio e sviluppo pensato per favorire il rapido adattamento dello strumento marittimo alle opportunità offerte dalla tecnologia e alle esigenze operative.

Le direttrici individuate dal Naval Innovation Compass coprono sei aree strategiche. La prima riguarda il Combat System, con lo sviluppo di sensori di nuova generazione, armi a energia diretta e l’integrazione di sistemi unmanned aerei (droni), di superficie e subacquei insieme alle contromisure dedicate. La seconda direttrice è l’Energy, che punta a soluzioni innovative per la gestione dei carichi elettrici impulsivi e a fonti di energia alternative ai combustibili fossili, come il nucleare di quarta generazione.

La terza area riguarda i Digital Services, ovvero l’adozione di architetture digitali cloud avanzate, capaci di semplificare l’integrazione di sistemi diversi e garantire elevati livelli di sicurezza informatica. Questo consentirà di realizzare un ecosistema digitale comune a tutte le componenti di bordo, dalla piattaforma ai sistemi di combattimento, abilitando anche l’utilizzo dell’intelligenza artificiale come supporto decisionale.

La quarta direttrice, Product Design, si concentra sulla riduzione dei tempi di costruzione e sulla configurabilità della nave grazie a payload modulari. Prevede anche l’impiego di materiali innovativi per diminuire pesi e carichi manutentivi. La quinta area, Underwater, è dedicata allo sviluppo di tecnologie capaci di migliorare la sorveglianza e la scoperta di minacce sottomarine, con l’impiego di droni subacquei e nuovi effettori per la protezione delle infrastrutture critiche.

Infine, la sesta direttrice è l’Integrated Product in Service Support, che punta sulla manutenzione predittiva assistita da terra, sulla stampa 3D a bordo e sull’integrazione tra nave digitale e base digitale. Si tratta di un sistema informativo evoluto, capace di raccogliere e restituire dati di esercizio e manutenzione direttamente nel ciclo di sviluppo e produzione.

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