Al Propeller di Livorno l’evoluzione dello shipping tra mercato, sostenibilità e sfide portuali
Il Club livornese ha riunito esperti dello shipping in una fase di trasformazione cruciale del suo porto e della sua città

Il convegno organizzato dal Propeller Club di Livorno, focalizzato sull’evoluzione delle compagnie di navigazione negli ultimi venti anni, si è tenuto all’interno della prima edizione della Biennale del Mare e dell’Acqua, una quattro giorni di incontri e manifestazioni partecipati da esperti organizzata dal Comune di Livorno, quest’anno dedicata in particolare ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità ambientale. Due temi questi che, toccando da vicino lo shipping, hanno spinto la presidente del Club, Maria Gloria Giani, a voler contribuire con un convegno che potesse analizzare le dinamiche di mercato e le crescenti esigenze di sostenibilità ambientale anche attraverso gli apporti di altri esperti quali Fabrizio Vettosi (Vls Club), Francesco Galietti (Clia Italia), collegato in video, insieme a Francesco Beltrano (Uniport), anch’egli da remoto. A guidare la discussione sono stati Luca Brandimarte (consulente affari Ue e legali di Assarmatori) e Pietro Roth (comunicazione Assarmatori).
Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, aprendo i lavori, ha posto l’accento sulla centralità del tema per la fase di trasformazione che sta vivendo il porto, con l’avvio dei lavori della Darsena Europa e l’interesse dei grandi operatori internazionali; “comprendere le dinamiche del settore armatoriale e le loro esigenze in termini di infrastrutture, servizi e sostenibilità è cruciale per il futuro dello scalo e dell’economia cittadina” ha detto, auspicando che le riflessioni del convegno possano contribuire al documento finale della Biennale.
Francesco Galietti (Clia) ha inaugurato gli interventi delineando un quadro del settore crocieristico in forte espansione, capace di attrarre anche le nuove generazioni (con l’86% della Generazione X e l’88% dei Millennials desiderosi di nuove crociere) grazie a un’offerta diversificata e a una crescente attenzione alla gestione sostenibile dei flussi turistici, sviluppata in sinergia con le comunità locali e le autorità portuali. La previsione di Galietti è di una crescita continua del settore, alimentata dalla capacità di intercettare un pubblico sempre più ampio.
L’analisi dell’evoluzione dei traffici commerciali ha visto protagonista Fabrizio Vettosi, che ha offerto una panoramica completa delle trasformazioni che hanno plasmato lo shipping negli ultimi due decenni, spaziando dagli aspetti finanziari a quelli ambientali, tecnologici, logistici e infrastrutturali.
Vettosi ha esordito evidenziando l’interesse del mondo finanziario come opportunità di crescita per un settore dalla natura intrinsecamente infrastrutturale, richiamando l’esempio delle privatizzazioni portuali greche nel 2004. Sul fronte della decarbonizzazione, ha presentato dati incoraggianti sulla riduzione dell’impatto delle emissioni globali causate dal settore (dal 3,20% nel 2008 al 2,12% nel 2024), a maggior ragione considerando una crescita di volumi trasportati del 106%: un risultato dovuto ad investimenti volontari degli armatori per 250 miliardi di dollari in tecnologie eco-compatibili, con il 45% degli operatori attivamente impegnati nella transizione. L’Lng è stato indicato da Vettosi come un combustibile cruciale per la transizione, mentre si adottano sempre più alternative (dal 7% della flotta esistente e da un 15% dell’order book); situazione che dovrà necessariamente comportare la formazione degli equipaggi.
L’esperto, nell’illustrare la crescita esponenziale delle dimensioni avuta negli anni dalle navi, in particolare nei container, ha spiegato che questa è strettamente legata all’evoluzione della logistica globale e all’aumento delle distanze tra siti di produzione e siti di consumo, per alcuni prodotti in particolare, tra cui i petroliferi raffinati. Rispondendo a una domanda, Vettosi ha concordato sul fatto che l’invecchiamento dei porti italiani con limitazioni infrastrutturali, nonché le rigide normative, contribuiscono significativamente a spingere le navi verso scali più idonei, aumentando così i percorsi di navigazione, ed ha auspicato una maggiore flessibilità normativa per affrontare le attuali sfide del trasporto marittimo globale.
Le ripercussioni a terra del gigantismo navale e la necessità di perseguire la sostenibilità ambientale sono state discusse da Francesco Beltrano (Uniport). Il segretario generale ha posto l’accento sulle sfide dei terminal portuali nella gestione dei nuovi combustibili (come l’Lng verde e l’energia elettrica da terra), evidenziando la complessità logistica e la necessità di investimenti strategici, considerando che solo una minima parte (3,6%) dei porti europei è attrezzata per l’alimentazione da terra. Beltrano ha concluso auspicando un aggiornamento della pianificazione portuale e una visione logistica nazionale più coordinata per supportare l’evoluzione dell’intero settore.
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