Via a Genova alla gara per il prototipo del buffer merci tra porto e retroporto
La procedura avrà lo scopo di testare un “modello operativo” sfruttando aree già esistenti

La documentazione di gara ancora non è disponibile – sarà pubblicata il 23 giugno – ma intanto ha già preso il via la procedura volta a sviluppare un prototipo di ‘buffer’ merci tra porto e retroporto di Genova.
Ad averla avviata, quale committente, è Connect Id, società guidata da Rodolfo De Dominicis che ha ereditato da Digitalog Spa (la ex Uirnet, ora in liquidazione, che ne è il socio unico) il ramo relativo alla attuazione di quanto previsto dall’art. 6 del Decreto Genova e dal progetto E-Bridge. Più precisamente Connect è cofirmataria (in quanto erede di Digitalog) con il Mit e l’AdSP del Mar Ligure Occidentale di una convenzione stipulata nel 2019 ed emendata nel 2024 che disciplina le attività relative a progetti e interventi previsti dal decreto. Alla società fanno ora capo anche i progetti per il nuovo varco di Ponente e per l’adeguamento tecnico-funzionale del Varco S. Benigno
L’idea alle spalle del progetto buffer non è nuova. Anche nel corso degli Stati Generali della Logistica del Nord Ovest, nel 2022, si era tornato a parlare della necessità di trovare una risposta al problema della congestione stradale generata dal traffico in entrata e uscita dai porti liguri – in vista anche di un possibile incremento – individuando come risposta la realizzazione di sistemi di gestione coordinata dei transiti tra scali e aree retroportuali nel Basso Piemonte (nello specifico Alessandria Smistamento) facendo leva sulle nuove tecnologie informatiche, e sulle condizioni favorevoli della Zls. Nell’occasione erano stati citati studi condotti da Digitalog (allora Uirnet), che ancora prima – nel 2018 – aveva ipotizzato l’attivazione di tre punti buffer nell’Alessandrino ritenendoli sostenibili economicamente.
Rispetto alle premesse iniziali il progetto appare però essere stato rivisto. Nella revisione 2025 del Pot 2023-2025 della AdSP del Mar Ligure Occidentale, si legge che con l’Addendum alla convenzione tra authority, Mit e Connect-Id si è “ritenuto necessario rivedere le attività inizialmente previste, eliminando gli interventi destinati alla realizzazione delle due aree buffer, a favore dello svolgimento di un’attività operativa, di investimenti ridotti, di ‘buffer prototype”, oggetto appunto della gara avviata oggi.
In assenza, come detto, della relativa documentazione, a fornire maggiori indicazioni al riguardo è la consultazione preliminare di mercato, propedeutica alla procedura, che è stata conclusa da Connect-Id nei mesi scorsi, in cui già si chiariva il senso del progetto e le sue caratteristiche principali.
In estrema sintesi, questo appare ora non più relativo alla realizzazione di nuove infrastrutture logistiche, quanto all’avvio di una sperimentazione di un modello operativo che faccia leva su alcune aree già esistenti, allo scopo di valutarne la sostenibilità operativa ed economica.
A candidarsi erano stati quindi invitati soggetti presenti nella Zls è già dotati di infrastrutture logistiche dalle caratteristiche definite (situate nei pressi di caselli autostradali, accessibili 24 ore su 24 da mezzi pesanti, già in esercizio e con attive quali depositi di temporanea custodia), verso cui le Uti si sposteranno via ferro o via gomma e che offriranno i propri servizi a prezzo di mercato.
Compito del gestore dei buffer sarà quindi quello di cadenzare i flussi di merci da e per i porti, sfruttando al massimo le fasce orarie di accesso a disposizione con lo scopo di evitare fenomeni di congestione. I risultati raggiunti, secondo Connect, potranno dare vita a passaggi successivi incluso anche un adeguamento tecnico e infrastrutturale dell’aera destinate a buffer. Al riguardo Connect precisava che i costi per questi interventi sarebbero stati a carico dello stesso gestore. Il quale tuttavia, “a parziale ristoro dei maggiori costi dovuti alla sperimentazione”, avrebbe potuto usufruire di “un contributo a valere sui fondi dell’art.6 comma 1 del Decreto Genova, gestiti da Connect, per un importo che complessivamente non potrà essere superiore a 800mila euro oltre Iva”.
F.M.
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