Uiltrasporti contrariata dai comitati di gestione delle Adsp liguri
Sindacato perplesso dalla doppia rappresentanza degli industriali. Accelerazioni sui fondi per la Fase B della diga di Genova

“Un orientamento sempre più sbilanciato e autoreferenziale”.
È questo, secondo Roberto Gulli, segretario generale di Uiltrasporti Liguria, ciò che si evince dalle nomine dei componenti finora individuati dagli enti locali chiamati a scegliere i propri rappresentanti nei Comitati di gestione in via di formazione nelle Autorità di sistema portuale del Mar ligure occidentale (Genova e Savona) e del Mar ligure orientale, dove si sono appena insediati i neo commissari straordinari Matteo Paroli e Bruno Pisano.
Al momento la Regione Liguria ha indicato il nome del giornalista in pensione Giorgio Carozzi per Genova, mentre non ha ancora provveduto a La Spezia. La Città metropolitana di Genova ha scelto l’avvocato marittimista Simona Coppola, il Comune di Savona ha fatto il nome del funzionario dell’Unione industriali savonese Mattia Minuto, quello di La Spezia il collega della Confindustria locale Paolo Faconti, mentre devono ancora pronunciarsi il comune di Marina di Carrara e la Regione Toscana. Gli organi sono poi completati dal direttore marittimo e dal comandante di ciascun porto, che hanno diritto di voto solo nelle materie di loro competenza.
Particolarmente critico Gulli sulle scelte di Savona e La Spezia: “Scelte, probabilmente, formalmente ammissibili ma profondamente inique, che tradiscono lo spirito di equilibrio e pluralismo che dovrebbe caratterizzare la governance di un’infrastruttura strategica come il porto. L’auspicio è che vengano tutelati gli interessi generali dei porti nella piena trasparenza e che non vi siano neanche indirettamente potenziali tutele di interessi particolari. A nostro avviso, le scelte effettuate sollevano interrogativi sia in termini di opportunità che di possibile conflitto d’interessi, considerando il ruolo di regolazione e concessione esercitato dall’AdSP nei confronti delle imprese rappresentate da tale associazione datoriale”.
Per il sindacalista l’assenza di esponenti del mondo del lavoro è problematica: “La riforma del 2016 (Dlgs 169/2016) ha cancellato la rappresentanza delle parti sociali nei comitati portuali, sostituendola con una governance più ristretta, che oggi si mostra sempre più sbilanciata a favore di interessi economici unilaterali. È inaccettabile che in questo scenario le amministrazioni locali contribuiscano ad accentuare tale squilibrio, negando qualsiasi spazio di rappresentanza ai lavoratori portuali e ai loro rappresentanti. Non si può governare un porto senza ascoltare chi lavora al suo interno. È un errore strategico, prima ancora che politico o istituzionale”.
Da qui la richiesta alle istituzioni di “un confronto serio e trasparente su queste nomine. Più in generale, chiediamo di ragionare sulla necessità di riformare un modello di governance che oggi rischia di essere autoreferenziale, opaco e sbilanciato. Vogliamo un porto partecipato, trasparente e aperto al contributo di chi ogni giorno lo rende vivo e competitivo con il proprio lavoro” ha concluso Gulli.
Nel frattempo si stringono i tempi che il commissario straordinario per la nuova diga foranea del porto di Genova dovrà attendere per bandire la realizzazione della Fase B dell’opera. Un testo di fatto identico a quello inserito come emendamento al Dl Infrastrutture in corso di conversione alla Camera – che stanzia i 142,8 milioni di euro necessari a coprire il quadro economico per la seconda parte dell’infrastruttura – è stato infatti inserito nel Dl Economia (o Dl Omnibus) che il Consiglio dei Ministri ha approvato.
Il commissario straordinario dell’opera, Marco Bucci, potrà bandire la gara non appena il provvedimento andrà in Gazzetta Ufficiale, mentre il Dl Infrastrutture arriverà alla conversione bene che vada alla metà di luglio (il termine è il 21 del mese prossimo).
Il viceministro ai Trasporti, Edoardo Rixi, ha detto: “Il Consiglio dei Ministri ha approvato un provvedimento fondamentale per Genova e per tutto il sistema portuale nazionale: al fine di garantire nelle prossime settimane l’avvio della gara per i lavori della fase B della nuova diga foranea, è stata autorizzata una spesa di 50 milioni di euro per il 2026 e di 92,8 milioni per il 2027. La nuova diga foranea di Genova è un investimento sul futuro della logistica, dell’occupazione e della competitività dell’Italia nel Mediterraneo. Con queste nuove risorse mettiamo in sicurezza il cronoprogramma e confermiamo la volontà di procedere senza rallentamenti nella realizzazione dell’infrastruttura”.
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