Gara in vista per la concessione di Ltm a Livorno
L’Adsp garantisce il riassorbimento dei lavoratori. E cerca l’esclusione del vincolo paesaggistico per gli edifici portuali

A cinque mesi dalla scadenza della concessione che Ltm – Livorno Terminal Marittimo, società del gruppo Moby, ha detto di non voler rinnovare, cresce la preoccupazione per il destino degli oltre cinquanta dipendenti.
Sul tema è intervenuto Davide Gariglio, neocommissario straordinario e presidente in pectore della locale Autorità di sistema portuale, in occasione della sua prima riunione con l’Organismo di partenariato: “La tenuta dei livelli occupazionali in porto è per noi una priorità. Qualsiasi operazione strategica sullo sviluppo competitivo del porto non potrà prescindere da questo elemento”.
“Quando si parla di Ltm anche rispetto ai profili occupazionali non si può non partire dal tema demaniale, perché si tratta di un problema di spazi preziosi lasciati liberi nel porto, ancora più importanti se si considera ciò che si immagina in prospettiva per il futuro dello scalo portuale” ha precisato Gariglio. “Il nuovo bando di gara che stiamo preparando ai fini del rilascio di una nuova concessione – ha aggiunto – dovrà permetterci di cogliere nuove opportunità di sviluppo in termini di traffici, garantendo il riassorbimento dei lavoratori della società in un nuovo art.18”.
A tal fine, Gariglio ha annunciato che ai sensi del DM 202 del 2022 l’ente promuoverà a breve una consultazione del mercato volta a definire le esigenze, le caratteristiche e le potenzialità delle aree portuali da affidare in concessione.
Allo stesso tempo, l’Ente continuerà a lavorare sul tema della ridefinizione dei modelli di organizzazione del lavoro in porto. “La partita più importante – ha spiegato una nota dell’ente – si giocherà su cosa si immaginerà per l’Alp”, il soggetto monopolista per la fornitura di lavoro temporaneo in porto ai sensi dell’articolo 17 della legge n.84 del 1994. “Riteniamo sia prioritario immaginare un percorso di allargamento della pianta organica dell’art 17, la cui forza lavoro risulta esigua rispetto a quella complessivamente impiegata in porto” ha spiegato Gariglio, aggiungendo che “questa è la traccia che sta seguendo l’Adsp e su cui contiamo di andare avanti con il coinvolgimento del Ministero competente”.
Gariglio è anche intervenuto sulla recentissima modifica degli strumenti urbanistici che rischia di rafforzare i vincoli paesaggistici sulle volumetrie portuali: “Abbiamo espresso al Prefetto e al Sovrintendente la nostra preoccupazione per l’esito della conferenza paesaggistica, che ha poi portato all’approvazione del Poc” ha sostenuto il n.1 dell’ente di Palazzo Rosciano, sottolineando come sino ad oggi tutte le autorizzazioni e tutti gli strumenti di pianificazione adottati con il coinvolgimento degli Enti e delle Amministrazioni competenti avessero escluso l’esistenza del vincolo paesaggistico sulle aree portuali.
“Tale esclusione è stata espressamente contemplata dal Piano Regolatore Portuale approvato dalla Regione Toscana nel 2015 all’esito di un complesso iter procedimentale che ha visto il coinvolgimento degli Enti e delle Amministrazioni competenti. Questo strumento contiene una specifica indicazione di assenza del vincolo della fascia costiera per l’ambito portuale. Agiremo in tutti i modi possibili, nella logica della collaborazione con le altre realtà pubbliche chiamate a gestire gli interessi del porto, per trovare soluzioni che non limitino lo sviluppo e l’operatività del nostro scalo portuale”.
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