La compagnia araba Bahri nega di trasportare armi per Israele
Dopo il mancato carico di materiale bellico nel porto di Genova, la compagnia saudita ribadisce il suo “sostegno della causa palestinese”

A valle del recente ‘caso’ verificatosi a Genova – dove per iniziativa dei sindacati Usb e Filt Cgil i lavoratori del porto hanno impedito l’imbarco di materiale bellico “destinato a scenari di guerra” sulla nave Bahri Yanbu – la compagnia saudita Bahri Logistics ha rilasciato una nota per fugare il dubbio che il destinatario potesse essere israeliano.
Una risposta ad accuse che in realtà non era mai state avanzate esplicitamente dai summenzionati sindacati, limitatisi, nell’espressione del disagio etico a trattare simili carichi e della preoccupazione per l’incolumità dei portuali, a un riferimento generico agli scenari bellici mediorientali e in particolare allo sterminio degli abitanti di Gaza in corso.
“In risposta alle false accuse e alle voci maligne che circolano su alcuni media e sulle piattaforme dei social media, secondo cui le navi della compagnia trasportano carichi diretti in Israele, Bahri nega categoricamente queste affermazioni infondate. Queste accuse sono completamente false e prive di fondamento” ha riferito Bahri, allineandosi perfettamente alla posizione ufficiale di Riad (condanna a parole di Israele). “L’azienda opera rigorosamente in linea con le politiche dichiarate e coerenti del Regno a sostegno della causa palestinese. Non ha mai trasportato merci o spedizioni in Israele e non è mai stata coinvolta in tali operazioni a nessun titolo”.
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