Presidio a Livorno: Cgil e Uiltrasporti con Usb contro nave Usa per Camp Darby
Intervento di Usb per impedire l’approdo di Slnc Severn, specializzata nel trasporto di buldozer a uso militare. A Genova esposto (a vuoto) al Comune per la Joanna Borchard

In continuità con lo sciopero generale di lunedì scorso, l’Usb a Livorno ha presidiato e sta tutt’ora presidiando il Molo Italia per impedire l’approdo della Slnc Severn. Questa volta però col sindacato di base si sono schierate anche Filt Cgil e Uiltrasporti, dichiarando lo sciopero “dell’intero sistema portuale livornese” (esclusi servizi essenziali) se la nave ormeggerà per espletare le operazioni di scarico della merce.
Si tratta di una bulk carrier battente bandiera statunitense, salpata 12 giorni fa da Port Said, in Egitto, dopo essere arrivata dall’approdo americano di Paulsboro, “con a bordo caterpillar militari – ha spiegato a Il Tirreno il leader del sindacato Usb di Livorno, Giovanni Ceraolo – transitata anche dal porto israeliano di Eilat”.
Nelle scorse settimane è stata l’associazione Weapon Watch a dettagliare un ‘profilo’ della nave e del suo coinvolgimento in operazioni militari Usa. Secondo la Prefettura “la Slnc Severn non trasporta armamenti, né esplosivi, ma esclusivamente mezzi e materiali logistici (generatori, mezzi di cantiere e attrezzature di supporto). L’operazione non ha alcun collegamento con Israele o con la crisi di Gaza, né in entrata né in uscita, ma rientra in attività di cooperazione logistica già programmate da tempo con la base statunitense di Camp Darby, nell’ambito dell’Office of defence cooperation, con finalità esclusivamente difensive e di supporto al territorio italiano”.
“Il nostro obiettivo è che il cargo non venga scaricato – ha aggiunto Ceraolo – ed è il motivo per il quale abbiamo proclamato l’agitazione e uno sciopero immediato di 48 ore se la nave dovesse arrivare. Vogliamo che tutta la cittadinanza ci segua e abbiamo chiesto al prefetto Giancarlo Dionisi e all’Autorità di sistema di scongiurare questo sbarco, anche perché ci risulta che altri mezzi militari verranno poi caricati”. La nave, che ha da quasi 24 ore spento il segnale Ais, sarebbe attualmente al largo, mentre il presidio è ancora in corso.
Dal canto suo il sindaco Luca Salvetti è intervenuto al presidio: “Noi non arriviamo secondi né al sindaco di Genova né a Ravenna, che ha detto no all’approdo della nave perché il Comune è proprietario di quel terminal. Io non ce l’ho lo strumento per dire di no, perché le banchine non sono mie. Livorno non è seconda a nessuno in quanto a mobilitazioni per la pace e per chi soffre e quello che sta accadendo in porto è una situazione complicata e gestita con buon senso, ma anche facendo riferimento ai valori di questa gente. Io sto con questa gente, anche perché il Governo ha taciuto su questo, senza dare alcuna indicazione”.
Peraltro, mentre a Ravenna il municipio ha potuto intervenire direttamente nel caso, la scorsa settimana, riguardante il terminal Tcr di Sapir, a Genova in realtà il Comune non ha adottato che impegni generici. Tanto che l’esposto di Usb, che ieri chiedeva, in relazione alla nave Joanna Borchard, in arrivo al Genoa Port Terminal di Spinelli e diretta in Israele, “un controllo rispetto la natura del carico a bordo e garantire il rispetto della legge 185/90 a fronte del genocidio che si sta consumando in Palestina”, non ha avuto riscontro.
Impossibile del resto per il Comune sposare “l’esigenza di un embargo totale sulle merci provenienti o dirette in Israele, anche nei casi in cui il trasporto non riguardi materiale bellico”. Più fattibile (ma è da capire se sia stato chiesto da Usb e se il Comune intenda poi procedere) chiedere, attraverso il proprio rappresentante in Comitato di gestione, che sia l’Autorità di sistema portuale a fare chiarezza sui carichi da e per Israele, onde facilitare quantomeno il rispetto della legge 185/1990 che vieta anche il transito di materiali bellici per paesi che come Israele siano responsabili di “gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani, accertate dai competenti organi delle Nazioni Unite”.
A.M.
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