Per Federmar Cisal gli sgravi Irpef degli armatori vanno divisi coi marittimi
Il sindacato propone che uno dei principali benefici per gli armatori del Registro internazionale venga girato ai lavoratori

Dopo la circolare Inps che ha sbloccato i benefici (contributivi) del Registro internazionale anche agli armatori ad esso iscritti ma battenti bandiere europee diverse dall’italiana, Federmar Cisal è tornata a chiederne la ripartizione con i marittimi.
“Da anni, il sistema del Registro Internazionale garantisce all’armamento un notevole vantaggio competitivo attraverso l’abbattimento del costo del lavoro, che include lo sgravio totale dei contributi previdenziali, assistenziali e dell’Irpef. Tuttavia, questo enorme beneficio fiscale, pensato per l’intero comparto, si traduce in un vantaggio quasi esclusivo per le aziende, senza un’adeguata e giusta ricaduta sui salari dei marittimi, che rimangono compressi e spesso inadeguati rispetto alla durezza e alla professionalità del loro lavoro”.
Da qui la formalizzazione della richiesta al legislatore, “in un contesto di trattative sindacali per il rinnovo dei contratti collettivi, dove ottenere un equo salario risulta sempre più difficile, è giunto il momento di avanzare una proposta concreta, equa e, soprattutto, a costo zero per le casse dello Stato”.
“Chiediamo che lo sgravio totale dell’Irpef sul reddito da lavoro marittimo, attualmente a completo beneficio degli armatori, venga ripartito equamente: il 50% a beneficio dell’impresa e il 50% direttamente nella busta paga del lavoratore” spiega una nota del sindacato.
Per la sigla guidata da Alessandro Pico “questa misura non comporterebbe alcun onere aggiuntivo per la finanza pubblica, in quanto si tratterebbe semplicemente di una diversa e più giusta allocazione di un beneficio fiscale già previsto e finanziato dalle leggi italiane ed europee. Per i marittimi, significherebbe un aumento immediato e tangibile del salario netto, un passo fondamentale verso il raggiungimento di quella retribuzione equa che i sindacati faticano a ottenere al tavolo delle trattative. È una vergogna morale e sociale che un vantaggio così significativo continui a essere appannaggio di una sola parte. Redistribuire parte di questo beneficio fiscale non è solo una questione di giustizia, ma anche un atto di lungimiranza per sostenere concretamente i lavoratori del mare, riconoscendone il ruolo strategico per l’economia nazionale”.
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