Dalle camere ok all’acquisto di navi spia di nuova generazione per la Marina Militare
Trasmesso dal Governo al Parlamento il programma da 770 milioni di euro per la prima unità navale Auxiliary General Survey

Il Governo ha avviato formalmente il programma per l’acquisto di una nuova classe di navi altamente specializzate per la Difesa italiana. Il Ministro della Difesa ha trasmesso alle Commissioni di Camera e Senato lo schema di decreto (Programma A/R n. Smd 5/2025) per l’acquisizione delle prime due unità Joint Maritime Multi Mission System (J3Ms). Queste navi sono destinate a potenziare le capacità nazionali di raccolta informativa e intelligence in mare.
L’obiettivo primario è sostituire e superare le capacità dell’attuale nave Elettra, in servizio dal 2004.
Il programma è concepito per durare 21 anni, con previsione di conclusione nel 2045, e ha un costo complessivo stimato in circa 1,6 miliardi di euro.
La fase iniziale, oggetto del decreto in esame, copre la realizzazione e l’entrata in linea della prima unità e il relativo supporto logistico decennale, per un valore di 770 milioni di euro. Il completamento del programma, che include la seconda unità e il “perfezionamento” della prima, richiederà successivi provvedimenti e finanziamenti per circa 830 milioni.
La richiesta di parere sullo schema di decreto è stata inoltrata il 15 settembre 2025 e le Commissioni parlamentari competenti (Difesa e Bilancio) hanno tempo fino al 26 ottobre 2025 per esprimersi.
Le nuove unità saranno classificate come Auxiliary General Survey, una tipologia di naviglio ausiliario e di ricerca. Il loro sistema multi-sensore e multi-missione garantirà capacità essenziali per la sicurezza nazionale. Le loro funzioni prevedono la protezione delle infrastrutture sottomarine, da realizzarsi con la mappatura dei fondali marini per la sorveglianza, e la protezione di infrastrutture strategiche nazionali, come cavi sottomarini, oleodotti e gasdotti. Altra funzione sarà la gestione droni: dovranno avere la capacità di gestire simultaneamente diversi sistemi senza pilota (droni aerei, di superficie e subacquei) e di operare con un elicottero tipo Nh-901. Dovranno inoltre contribuire alla consapevolezza della situazione negli scenari strategici e nelle aree di operazioni.
Una caratteristica tecnica chiave di queste navi è l’integrazione del payload containerizzato: laddove tecnicamente realizzabile, l’integrazione sarà realizzata con interfacce a standard Nato per consentirne l’interoperabilità con gli attuali e futuri mission packages in dotazione ai Paesi dell’Alleanza.
Lo sviluppo e la costruzione delle piattaforme navali e l’integrazione dei sistemi principali saranno affidati interamente al settore industriale della cantieristica nazionale, con il probabile coinvolgimento di colossi come Fincantieri, Leonardo ed Elt Group, mentre la gestione dei dati e il loro trattamento vedranno la partecipazione di realtà sia italiane che internazionali, in Europa e negli Stati Uniti.
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