Da Leonardo sensori, comandi e intelligenza artificiale per affrontare le nuove minacce marittime
Marco Fani, responsabile delle Soluzioni Land & Defence – Elettronica di Leonardo, racconta la strategia dell’azienda: coprire l’intera catena operativa con sistemi integrati per contrastare droni aerei e subacquei
La Spezia – Leonardo ha ribadito la sua posizione come integratore di sistemi completi per la difesa navale. L’obiettivo presentato al Seafuture di La Spezia è chiaro: offrire una capacità end-to-end, cioè una catena completa che parte dai sensori, passa per i sistemi di comando e controllo, e arriva fino agli effettori, ovvero le armi e i sistemi di risposta.
Marco Fani – responsabile Soluzioni Land & Defence – Elettronica – riassume in una chiacchierata con SHIPPING ITALY la visione industriale e tecnologica del gruppo, che punta a rispondere alle nuove minacce con soluzioni più flessibili, interconnesse e intelligenti.
“Leonardo continuerà a proporsi come fornitore di soluzioni turnkey, chiavi in mano, cioè di sistemi che vanno dai sensori al command management system della nave fino agli effettori – dice Marco Fani –. Tenendo conto degli scenari e delle minacce emergenti, parlo in primis di droni, non solo quelli aerei (UAV, Unmanned Aerial Vehicles), ma anche subacquei (USW, Underwater Systems Warfare). È una catena integrata che già oggi è operativa e che nei prossimi anni diventerà ancora più centrale”.
Gli effettori, spiega Fani, sono l’elemento finale della catena difensiva. “Gli effettori sono sistemi d’arma che si distinguono tra soft kill e hard kill. I primi sono disturbatori elettronici che neutralizzano la minaccia senza distruggerla, mentre gli hard kill sono armi cinetiche, come il cannone navale 76/62, in servizio in oltre 60 Paesi. La nostra offerta di prodotti tiene conto sia delle minacce tradizionali sia di quelle nuove, come i droni e i sistemi asimmetrici”.
Fani evidenzia anche la crescente capacità produttiva interna. “Siamo molto orgogliosi del nostro nuovo sistema d’arma da 30 mm, perché per la prima volta lo abbiamo progettato e realizzato interamente in casa. Fino a poco tempo fa lo acquistavamo dalla tedesca Rheinmetall (ex TK). È un passo avanti importante verso una maggiore autonomia industriale e tecnologica”.
Leonardo è presente a bordo delle unità navali con un’ampia gamma di sistemi, dai ponti di comando ai radar, dai sensori agli apparati di tiro. “Siamo presenti ovunque – dice Fani – anche se abbiamo ceduto a Fincantieri la linea di business legata ai sistemi subacquei. Restiamo comunque protagonisti come integratori del sistema nave, sia nel dominio navale che terrestre”.
Il ruolo dell’azienda resta rilevante anche nel settore underwater, cioè nelle tecnologie per i sottomarini. “È vero che la parte industriale dei sistemi subacquei è stata trasferita, ma il cervello del sottomarino – il sistema di gestione del combattimento (Combat Management System) – resta di produzione Leonardo. È l’elemento che gestisce e coordina tutti i sensori e gli armamenti del battello”.
Un capitolo centrale è quello sull’intelligenza artificiale. “L’intelligenza artificiale darà un grande supporto agli operatori, in particolare nella classificazione delle minacce – spiega Fani –. Permette di ridurre gli errori umani e di accorciare i tempi di reazione. I nuovi algoritmi integrati nei nostri sistemi sono in grado di riconoscere e classificare automaticamente gli oggetti che appaiono nel panorama radar o ottico”.
L’addestramento dell’intelligenza artificiale è un altro punto chiave. “Questi sistemi devono essere allenati con algoritmi di machine learning, cioè con processi che imparano dai dati – dice ancora Fani –. Per questo stiamo sviluppando interfacce che consentano agli utenti finali di addestrare autonomamente i propri sistemi, adattandoli alle esigenze operative di ciascuna Marina”.
La strategia di Leonardo si articola quindi su più livelli: consolidare la capacità produttiva interna, garantire la piena integrazione tra sensori, comando e armi, e introdurre tecnologie di intelligenza artificiale per aumentare la rapidità e la precisione delle decisioni a bordo. “Saremo presenti in tutte le aree critiche del sistema nave – riassume Fani – con sensori, sistemi C2 (Command and Control) ed effettori, e con l’intelligenza artificiale come supporto operativo”.
Dall’offerta di Leonardo emerge una linea coerente con le esigenze della difesa navale contemporanea: più autonomia tecnologica, maggiore reattività e strumenti digitali capaci di supportare decisioni sempre più complesse in un contesto operativo che cambia rapidamente.
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