Altra spaccatura sindacale a Vado Gateway
Secondo Assiterminal la mediazione dell’Adsp avrebbe portato Uiltrasporti a rinunciare allo sciopero, mentre Filt Cgil sarebbe rimasta ferma nel contrasto alle assunzioni part time

Cambia ancora lo scenario delle relazioni industriali al terminal container Vado Gateway controllato dal gruppo Maersk.
Dopo la proclamazione di sciopero indetta da Filt Cgil e Uiltrasporti, in aperta contrapposizione a Fit Cisl, si apprende ora che solo la prima sigla avrebbe confermato la protesta, motivata dall’utilizzo da parte dell’azienda di contratti part time.
Secondo una nota di Assiterminal, infatti, venerdì scorso l’Autorità di sistema portuale del mar ligure occidentale avrebbe “provato a scongiurare lo sciopero di Vado Ligure. Abbiamo partecipato all’incontro, insieme all’azienda un po’ stupiti e perplessi per le motivazioni dei sindacati: il volantino a firma delle due organizzazioni sindacali che circolava dal primo dicembre rivendicava l’azione di protesta per contrastare ‘il tentativo di introdurre forme atipiche di flessibilità nel modello di lavoro portuale attraverso l’utilizzo di contratti di lavoro part time: modello facilmente replicabile su altri terminal, causando un diffuso peggioramento di tutta l’occupazione portuale, destabilizzando fortemente gli equilibri del modello portuale, la sicurezza attraverso forme di precariato’” ha ricostruito il segretario Alessandro Paroli.
Secondo l’associazione dei terminalisti, “il presidente Matteo Paroli e la struttura dell’Adsp hanno proposto l’apertura di un tavolo di confronto tra l’azienda e le organizzazioni sindacali, ottenendo anche la disponibilità dell’azienda a sospendere temporaneamente il processo di assunzioni a fronte della sospensione dello sciopero, ma, dopo alcune ore di confronto solo la Uiltrasporti ha valutato di accettare la proposta dell’ente, mentre la Filt Cgil ha confermato l’intenzione di proseguire nelle sue rivendicazioni, vanificando di fatto il proposito conciliativo dell’Adsp”.
Secondo Assiterminal “scioperare a fronte di un programma di assunzioni di 20 persone e nel rispetto degli istituti del contratto di lavoro, richiamando peraltro ‘modelli’ che non vengono pregiudicati, in quanto l’impianto normativo della legge sulla portualità non viene certo messo in discussione, non è comprensibile. L’azienda evidentemente è nelle condizioni di proseguire nel suo pieno sviluppo, funzionale anche a dinamiche organizzative adeguate alle esigenze operative, come qualunque altra azienda che operi nei porti, così come in qualunque altro comparto produttivo, seguendo le regole del gioco”.
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