Nuova sede romana e riconferma al vertice di Legora de Feo per Fise Uniport
Fra i temi al centro dell’assemblea pubblica i traffici, la bozza di riforma portuale, l’Europa e il coordinamento decisionale. Richiamate tre misure immediate e non più rinviabili

Pasquale Legora de Feo, storico manager del gruppo Msc, numero uno del terminal container napoletano del gruppo (Conateco – Soteco), è stato confermato alla presidenza di Uniport (Unione Nazionale Imprese Portuali) per i prossimi due anni. A deciderlo, all’unanimità, è stata l’assemblea privata delle aziende associate, che – ha fatto sapere la sigla – operano nei maggiori scali italiani, con oltre 4.000 dipendenti e un fatturato aggregato di circa un miliardo di euro.
Legora de Feo sarà supportato nel suo operato dal presidente vicario Fabrizio Zerbini e dai vice presidenti Ignazio Messina, Vito Totorizzo, Edoardo Monzani, Alberto Casali (unica novità: il manager di Mct, maggior terminal associato a Uniport, è subentrato ad Antonio Testi, l’amministratore delegato da poco dimessosi, anche se il nuovo vertice di Mct deve ancora esser designato).
Al termine dell’assemblea privata, Uniport ha aperto le porte della nuova sede a rappresentanti del mondo politico, istituzionale e associativo del cluster logistico e portuale per l’inaugurazione dei nuovi uffici, siti nel pieno centro della Capitale (in via Quattro Fontane), a pochi passi da piazza Barberini.
Legora ha ringraziato gli associati per l’attestazione di fiducia manifestata con la piena conferma dell’incarico evidenziando: “L’intendimento di proseguire nei due anni del nuovo mandato, con la collaborazione di tutti i componenti degli organi associativi e il supporto di una struttura che abbiamo arricchito nel biennio trascorso, nel percorso di crescita della base associativa e di rafforzamento della rappresentatività di Uniport”.
“Questi obiettivi” ha proseguito Legora “sono alla base anche della scelta della nuova sede, autonoma così da rendere più forte il senso di appartenenza delle imprese associate che intendiamo supportare tecnicamente in modo sempre più efficace e vicina alle sedi delle istituzioni, con le quali vogliamo proseguire un confronto costruttivo e collaborativo”. Legora ha annunciato la costituzione in Uniport di una Commissione tecnica “Crociere e passeggeri”, segmento di traffico di crescente rilievo.
All’assemblea privata ha fatto seguito quella pubblica dell’associazione che ha visto confrontarsi rappresentanti delle forze politiche, delle istituzioni e del mondo associativo del settore logistico, marittimo e portuale sul progetto di riforma dell’ordinamento portuale e su altri argomenti prioritari per gli operatori del settore.
Nella relazione che ha aperto i lavori il presidente Legora De Feo ha tracciato un quadro delle sfide e delle priorità del comparto portuale italiano, richiamando il ruolo centrale dell’associazione (la più antica rappresentanza delle imprese terminalistiche) attualmente protagonista di un rinnovato processo di crescita e rafforzamento istituzionale, testimoniato anche dall’inaugurazione della nuova sede a Roma.
Legora ha evidenziato come il 2025 abbia mostrato segnali di “tenuta” sul versante dei traffici marittimi, nonostante il contesto geopolitico ancora complesso. Parallelamente sul piano della governance rimangono diverse questioni irrisolte (come ad esempio la mancata istituzione del fondo per l’incentivazione al pensionamento dei lavoratori portuali) e nuovi ostacoli, tra cui l’imposta regionale campana sulle concessioni demaniali dell’Adsp. Il vertice di Uniport ha richiamato l’esigenza di razionalizzare i nuovi adempimenti derivanti dall’applicazione di misure in materia di cybersicurezza e per il monitoraggio degli ingressi nell’Ue di cittadini extracomunitari, sottolineando che la tecnologia “deve semplificare, non complicare” e che va evitata ogni duplicazione tra le varie normative. Ribadita anche la preoccupazione per il costo dell’energia, tra i più alti in Europa, che pesa sulla competitività di porti e trasporto marittimo, settori energivori per definizione.
Al centro della relazione anche la bozza di riforma dell’ordinamento portuale e l’ipotesi di costituzione della Porti d’Italia Spa, su cui il numero uno di Uniport ha espresso un “giudizio positivo sull’obiettivo di maggiore coordinamento nazionale”, ma anche perplessità per l’assenza finora di un confronto istituzionale con gli operatori economici. Il presidente ha posto l’accento sulla necessità di alcuni accorgimenti: evitare che la riforma a costo zero, sottraendo risorse alle Autorità di Sistema Portuale, motivi aumenti di canoni e tasse portuali; assicurare che il nuovo soggetto non introduca un livello ulteriore di complessità, ma operi in armonia con il sistema esistente; rafforzare la chiarezza dei ruoli tra Ministero dei Trasporti e Authority dei Trasporti, per prevenire sovrapposizioni che rischiano di rallentare la competitività del sistema. Sul tema dei dragaggi, Legora ha poi sottolineato come il testo in circolazione “non introduca una vera semplificazione”, rimarcando l’urgenza di superare l’equivalenza normativa che classifica i materiali da dragaggio come rifiuti.
L’Associazione propone poi di riportare le rappresentanze economiche, e in primis i terminalisti, al centro delle sedi decisionali, sia a livello nazionale sia nelle Autorità di Sistema Portuale, con poteri di voto su programmazione infrastrutturale, costi, livelli di servizio e regolazione.
Pur guardando con favore all’avvio dell’iter della riforma, Uniport ha richiamato tre misure immediate e non più rinviabili: la revisione della normativa che consente alle Regioni di tassare i canoni di concessione, per evitare squilibri competitivi tra porti; l’attivazione del Fondo per il pensionamento anticipato dei lavoratori portuali, atteso da quattro anni e cruciale per favorire il ricambio generazionale; la gestione equilibrata del tema delle retribuzioni nel periodo ferie, con l’auspicio che tutte le parti agiscano con responsabilità per salvaguardare il modello di relazioni industriali e il ruolo del Ccnl.
Sulla dimensione comunitaria, Legora ha poi ribadito la richiesta di una revisione del sistema Ets, “una sovrattassa europea che penalizza i porti Ue rispetto a quelli extra-Ue e disincentiva il trasporto marittimo rispetto alla strada. Bene gli ultimi segnali di ripensamento palesati da Bruxelles”. Nella sua relazione il numero uno di Uniport ha ribadito che la competitività nel Mediterraneo “si gioca sull’efficienza logistica complessiva e sull’integrazione intermodale”. Per questo, oltre al soggetto che realizzi le opere portuali strategiche, appare fondamentale il coordinamento della progettazione e della realizzazione dei collegamenti infrastrutturali (strade, ferrovie, interporti, produzione territoriale e Zes/Zls). “In un sistema in cui le scelte autonome delle singole Adsp hanno prodotto differenze competitive e dispersione di risorse, è indispensabile una regia nazionale forte, capace di garantire equità, efficienza e crescita. Uniport è pronta a dare il proprio contributo con spirito costruttivo, competenza e responsabilità” ha concluso Legora.
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