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In archivio un vivace anno di shopping per l’armamento tricolore

Con l’ordine di Grimaldi Group per due navi traghetto in Cina destinate alla controllata Finnlines è giounto al termine un altro esercizio particolarmente vivace per l’armamento italiano. Nel 2019 i “compratori” sul mercato sono stati soprattutto i fondi d’investimento (Pillarstone Italy, Dea Capital e Express Holding) perché poi, fatta eccezione per pochi altri soggetti (tra […]

di Nicola Capuzzo
1 Gennaio 2020
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Con l’ordine di Grimaldi Group per due navi traghetto in Cina destinate alla controllata Finnlines è giounto al termine un altro esercizio particolarmente vivace per l’armamento italiano. Nel 2019 i “compratori” sul mercato sono stati soprattutto i fondi d’investimento (Pillarstone Italy, Dea Capital e Express Holding) perché poi, fatta eccezione per pochi altri soggetti (tra cui Grimaldi Group, Amoretti Armatori, Premuda e Med Offshore), tutti gli altri player di mercato hanno ceduto qualche asset. Caso un po’ a parte può essere considerato il gruppo d’Amico di Navigazione, la cui controllata d’Amico International Shipping ha portato a termine nei mesi scorsi, anche grazie al respiro finanziario dato da alcuni accordi di sale&lease back con soggetti asiatici, il piano d’investimenti da 755 milioni di dollari con il cantiere Hyundai Vinashin avviato nel 2012 e volto al rinnovamento della flotta di navi cisterna. Nel complesso il piano prevedeva 22 nuove navi eco-design.

Secondo le statistiche fornite da VesselsValue.com sono almeno una ventina le navi cedute da società armatoriali basate in Italia e fra queste figurano Armamento Setramar, d’Amico, Augustea, Unicredit Leasing, Finaval, Giovanni Visentini Trasporti Fluviomarittimi, Navigazione Montanari, Bambini, Amoretti Armatori, Elbana di Navigazione, Perseveranza di Navigazione, Marnavi, Motia Compagnia di Navigazione, Premuda, Eolo Shipping e Shipping Technical Management.

Oltre a queste operazioni ‘spot’, a passare di mano nel corso del 2019 sono state anche flotte intere come nel caso di Finbeta (il cui 95% del capitale è ora in mano a Express Holding) o diversi pacchetti di navi il cui credito era stato ceduto un anno fa dagli istituti di credito ai veicoli di turnaround gestiti da Pillarstone Italy e da Dea Capital.

Il fondo di private equity del Gruppo DeAgostini ha già finalizzato quattro accordi di ristrutturazione che ha visto coinvolte Finaval, Emerald Koral Shipping ed Elbana di Navigazione spossessate di alcune navi. Motia è invece riuscita a rifinanziare la propria esposizione debitoria grazie all’intervento di Northern Shipping Funds e, nonostante qualche asset sia passato nelle mani di Pillarstone, l’attività armatoriale è ripartita con una nuova società (Maia Shipping Bv) e una flotta di sette navi.

Nel corso del 2019 ha fatto shopping di asset navali anche il fondo creato da Kkr Capital che controlla Premuda, la quale opera a tutti gli effetti sia come società proprietaria di scafi che come piattaforma per la gestione di naviglio spossessato a terzi. La shipping company genovese lo scorso giugno aveva acquistato una nave cisterna dal gruppo d’Amico e fa rotta verso una flotta di 25 navi di proprietà o in gestione tecnica e commerciale. A breve è anche attesa infatti la spartizione degli asset di Rbd Armatori che, dopo una vicenda durata anni e passata anche attraverso una sentenza di fallimento, dovrebbe vedere Reuben Brothers e Pillarstone accordarsi per dividersi la flotta di 13 navi cisterna e portarinfuse secche.

Oltre ai fondi di private equity, il capitolo dedicato ai compratori del 2019 nello shipping italiano ha visto in evidenza il gruppo Amoretti Armatori di Parma protagonista sia di un nuovo ordine in Cina da 34 milioni di dollari per due navi chimichiere, sia dell’acquisto sul mercato dell’usato di due navi cisterna porta prodotti raffinati da 40 milioni di dollari.

Ha continuato a fare shopping (e altri affari sono in arrivo) anche Fratelli Cosulich, la cui flotta di bettoline per il rifornimento delle navi a Singapore è salita a sei navi di proprietà (più un’altra a noleggio), e anche Gestioni Armatoriali, che dopo aver chiuso l’anno scorso la ristrutturazione finanziaria con i creditori, ha acquistato nei mesi scorsi la sua terza nave cisterna. Da notare anche l’investimento della Med Offshore di Napoli (famiglia Garolla) che lo scorso giugno ha rilevato un rimorchiatore d’altura (Ahts) ribattezzato Med Silver, mentre la nave bulk carrier Miss Simone è passata da Perseveranza di Navigazione ai fratelli Vitiello rientrati così sul mercato dello shipping riesumando la storica società armatoriale di famiglia Gecomar.

Fra i gruppi attivi sul fronte dei nuovi investimenti va infine menzionata anche la Fratelli Onorato Armatori, società partecipata da Achille e Alessandro Onorato (vertici del Gruppo Moby), che lo scorso giugno ha finalizzato l’ordine e il relativo leasing con il cantiere cinese GSI per due, con opzione per altre due, navi traghetto previste in consegna a partire dal 2022.

Nicola Capuzzo

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