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Il relitto della Grande America sospettato di rilasciare idrocarburi

Secondo l’agenzia marittima regionale Premar Atlantique, piccole quantità di carburante provenienti dal relitto della nave con/ro Grande America allora di proprietà di Grimaldi Group affondata un anno fa al largo delle coste francesi nell’Oceano Atlantico starebbero fuoriuscendo andando a depositarsi sulle spiagge del Golfo di Biscaglia. Nei siti più colpiti sono state recuperate alcune decine […]

di Nicola Capuzzo
25 Febbraio 2020
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Secondo l’agenzia marittima regionale Premar Atlantique, piccole quantità di carburante provenienti dal relitto della nave con/ro Grande America allora di proprietà di Grimaldi Group affondata un anno fa al largo delle coste francesi nell’Oceano Atlantico starebbero fuoriuscendo andando a depositarsi sulle spiagge del Golfo di Biscaglia. Nei siti più colpiti sono state recuperate alcune decine di chili di sostanze inquinanti.

L’agenzia Premar Atlantique si è mesa in moto allertando anche il centro di competenza del governo francese per l’inquinamento delle acque (Cedre) al fine di determinare l’origine degli idrocarburi. Le prime analisi mostrerebbero somiglianze con il bunker utilizzato dalla nave Grande America anche si si tratta dello stesso carburante imbarcato da molte altre navi in circolazione.

Premar Atlantique ha intensificato le operazioni di sorveglianza marittima al largo delle coste della Loira al fine di rilevare tempestivamente eventuali possibili ulteriori sversamenti. Sono stati inoltre effettuati sorvoli aerei supplementari vicino al luogo dell’affondamento della nave avvenuto il 12 marzo di un anno fa. Questo monitoraggio non ha rilevato alcun inquinamento in mare da quando sono state scoperte le chiazze di idrocarburi a terra. Attualmente il relitto della nave Grande America giace sul fondale a una profondità di 4.600 metri.

La con/ro Grande America ha subito un incendio catastrofico la notte del 10 marzo 2019. La situazione a bordo si è deteriorata rapidamente e l’equipaggio ha abbandonato la nave dopo circa quattro ore dalla richiesta di soccorso. L’intensità dell’incendio è aumentata e la nave ha elaborato una lista. La Grande America affondò infine nel pomeriggio del 12 marzo, arrivando a riposare a circa 4.600 metri sotto la superficie.

Misure specifiche per evitare la fuoriuscita di carburante erano state prese e attuate fino alla fine di aprile dell’anno scorso. La società di ricerca Ocean Infinity aveva utilizzato un ROV per tappare le bocchette di ventilazione dei serbatoi che contenevano il bunker della nave e apposite unità navali antinquinamento avevano eliminato quanto più carburante possibile dalla superficie. Il governo francese per mesi ha continuato a utilizzare il sistema satellitare Cleanseanet dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima al fine di monitorare regolarmente il sito del relitto alla ricerca di eventuali sversamenti.

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