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Armatori e noleggiatori di navi cisterna in fuga dai porti italiani

Alcuni armatori che hanno navi cisterna posizionate nel Mediterraneo occidentale stanno facendo tutto il possibile per evitare di mandare le proprie unità a caricare o a scaricare nei porti italiani nel timore di dover fare sopportare il proprio asset a un lungo periodo di quarantena nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus in corso. Finora pochi Paesi […]

di Nicola Capuzzo
18 Marzo 2020
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Alcuni armatori che hanno navi cisterna posizionate nel Mediterraneo occidentale stanno facendo tutto il possibile per evitare di mandare le proprie unità a caricare o a scaricare nei porti italiani nel timore di dover fare sopportare il proprio asset a un lungo periodo di quarantena nel bel mezzo dell’emergenza Coronavirus in corso. Finora pochi Paesi hanno peso provvedimenti di questo genere, ma ad esempio lo scalo russo di Novorossijsk, affacciato sul Mar Nero, ha ufficialmente comunicato di non accettare navi che hanno appena scaricato o caricato in Italia a meno che non sia già intercorso un periodo di quarantena di 14 giorni.

Lo sostiene un rapporto di S&P Global Platts nel quale si evidenzia come l’Italia rischia potenzialmente di rimanere esclusa a breve termine dai traffici marittimi per il carico e il trasporto in particolare di prodotti raffinati.

Un armatore, secondo quanto riportato nel rapporto, avrebbe detto che non è disposto a far caricare una propria nave in Italia se non a fronte di un importante premio economico ma questo scoraggia i noleggiatori che non sono disposti a sobbarcarsi questo onere extra. “Stiamo cercando di evitarlo, ma se si riesce a mettere a punto un accordo su premio extra e responsabilità, e se siamo nella condizione di dover trovare un impiego alla nave, allora se ne può parlare” ha detto l’armatore in questione.

Un suo collega ha fatto presente come escludere completamente dal mercato i carichi di rinfuse liquide in uscita dai porti italiani creerebbe delle complicanze non trascurabili. “Il mercato non può evitare del tutto l’Italia perchè questo Paese rappresenta il 50% di tutto il volume di rinfuse liquide imabrcate e sbarcate nel bacino del Mediterraneo” ha detto questo secondo player non meglio identificato.

Anche un broker navale avrebbe detto di voler evitare, se possibile, il noleggio di navi cisterna provenienti da porti italiani perché il rischio di un possibile stop imposto dal successivo porto di scalo sarebbe troppo elevato. Secondo questo intermediario molti altri broker navali e armatori stanno adottando le stesse cautele e questo ovviamente potrebbe nel breve periodo escludere dal mercato regionale una capacità non indifferente di stiva perché molte sono le navi che hanno scalato i poti italiani nelle ultime due settimane (il periodo di quarantena considerato).

Un altro broker prevede che le navi che recentemente hanno scaricato in Italia e ora faticano a trovare impieghi sulle rotte internazionali proseguiranno probabilmente lavorando sulle rotte di cabotaggio in tutta Italia fino a quando i carichi da trasportare saranno esauriti. A quel punto, se nel frattempo lo scenario non sarà cambiato, non rimarrà loro altra scelta che attendere i 14 giorni di quarantena prima di poter far rientrare la propria nave sul mercato. L’effetto dunque di questa possibile riduzione nell’offerta di tonnellaggio per il liquid bulk dovrebbe probabilmente limitarsi a un paio di settimane secondo la previsione di questo broker marittimo riportata da Platts.

Al momento il mercato è ancora attivo e le operazioni di scarico delle navi hanno subito finora solo piccoli ritardi dovuti ai controlli e alle operazioni di sdoganamento del prodotto all’arrivo della nave.

Sempre Platts segnala infine che nei porti francesi il servizio di pilotaggio in questi giorni viene garantito solo nelle ore diurne, mentre in Spagna, nonostante le criticità legate anche lì al Cornavirus, al momento non sono previste limitazioni o possibili quarantene per le navi che scalano i porti della penisola iberica.

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