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Economia

Materie prime: l’Europa va verso un approvvigionamento più sicuro e sostenibile

La Commissione ha presentato un piano d’azione per le materie prime critiche, l’elenco delle materie prime critiche del 2020 e uno studio prospettico sulle materie prime critiche per le tecnologie e i settori strategici con orizzonte temporale il 2030 e il 2050. In una nota Bruxelles spiega che il piano d’azione esamina le sfide attuali […]

di Nicola Capuzzo
8 Settembre 2020
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La Commissione ha presentato un piano d’azione per le materie prime critiche, l’elenco delle materie prime critiche del 2020 e uno studio prospettico sulle materie prime critiche per le tecnologie e i settori strategici con orizzonte temporale il 2030 e il 2050. In una nota Bruxelles spiega che il piano d’azione esamina le sfide attuali e future e propone azioni volte a ridurre la dipendenza dell’Europa dai paesi terzi, diversificando l’approvvigionamento da fonti primarie e secondarie, migliorando l’efficienza delle risorse e la circolarità e promuovendo allo stesso tempo un approvvigionamento responsabile a livello mondiale. “Tali azioni favoriranno la transizione verso un’economia verde e digitale, rafforzando nel contempo la resilienza dell’Europa e l’autonomia strategica aperta per quanto riguarda le tecnologie chiave, necessarie per compiere tale transizione”. L’elenco delle materie prime critiche è stato aggiornato per tenere conto della loro mutata importanza economica e dei nuovi rischi di approvvigionamento in base alle relative applicazioni industriali e comprende 30 materie prime critiche. Per la prima volta è stato aggiunto all’elenco il litio, essenziale per la transizione verso una mobilità elettrica.

Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, ha dichiarato: “Un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime è condizione essenziale per un’economia resiliente. Solo per le batterie delle automobili elettriche e lo stoccaggio dell’energia, il fabbisogno di litio in Europa aumenterà fino a 18 volte entro il 2030 e fino a 60 volte entro il 2050. Come emerge dal nostro studio prospettico, non possiamo permetterci di sostituire l’attuale dipendenza dai combustibili fossili con la dipendenza dalle materie prime critiche. Le perturbazioni provocate dal coronavirus sulle nostre catene del valore strategiche hanno reso manifesto il problema. Creeremo quindi una forte alleanza per compiere tutti insieme la transizione da una condizione di elevata dipendenza a una basata su circolarità, innovazione e su un approvvigionamento diversificato, sostenibile e socialmente responsabile”.

Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato: “L’Europa ha bisogno di diverse materie prime critiche per guidare la transizione verde e digitale e rimanere il primo continente industriale a livello mondiale. Non possiamo permetterci di dipendere completamente da paesi terzi o addirittura da un unico paese, come nel caso di alcune terre rare. Diversificando l’approvvigionamento dai paesi terzi e sviluppando la nostra capacità di estrazione, trasformazione, riciclo, raffinazione e separazione delle terre rare, l’Ue può diventare più resiliente e sostenibile. Per attuare le azioni proposte oggi occorre uno sforzo concertato dell’industria, della società civile, delle regioni e degli Stati membri. Incoraggiamo questi ultimi a prevedere investimenti nelle materie prime critiche nei rispettivi piani nazionali per la ripresa”.

Il piano d’azione per le materie prime critiche mira a: sviluppare catene del valore resilienti per gli ecosistemi industriali dell’Ue; ridurre la dipendenza dalle materie prime critiche primarie mediante l’uso circolare delle risorse, i prodotti sostenibili e l’innovazione; rafforzare l’approvvigionamento interno di materie prime nell’UE; diversificare l’approvvigionamento dai paesi terzi e rimuovere le distorsioni del commercio internazionale, nel pieno rispetto degli obblighi internazionali dell’UE.

Per conseguire tali obiettivi, la comunicazione delinea dieci azioni concrete. In primo luogo, nelle prossime settimane la Commissione istituirà un’alleanza europea per le materie prime, che riunirà tutti i portatori di interessi coinvolti e si concentrerà sulle esigenze più urgenti, ossia aumentare la resilienza dell’Ue nelle catene del valore dei magneti e delle terre rare, che è di vitale importanza per la maggior parte degli ecosistemi industriali dell’Ue, come le energie rinnovabili, la difesa e lo spazio. Col tempo l’alleanza potrebbe poi espandersi per affrontare esigenze relative ad altre materie prime critiche e ai metalli comuni.

Al fine di utilizzare meglio le risorse interne la Commissione collaborerà con gli Stati membri e le regioni per individuare i progetti di estrazione mineraria e di trasformazione nell’Ue che possono essere operativi entro il 2025. Sarà dedicata particolare attenzione alle regioni carbonifere e ad altre regioni in transizione, concentrandosi specialmente sulle competenze e sulle capacità rilevanti per le attività minerarie, estrattive e di trasformazione delle materie prime.

La Commissione promuoverà l’uso del programma di osservazione della Terra Copernicus per migliorare l’esplorazione delle risorse, il funzionamento dei siti e la gestione ambientale nella fase post-chiusura. Nel contempo, Orizzonte Europa sosterrà la ricerca e l’innovazione, soprattutto nell’ambito delle nuove tecnologie di estrazione e di trasformazione, della sostituzione e del riciclo.

In linea con il Green Deal europeo, altre azioni si concentreranno sulla circolarità e sulla sostenibilità della catena del valore delle materie prime. La Commissione elaborerà pertanto criteri di finanziamento sostenibile per i settori delle attività estrattive e minerarie entro la fine del 2021 e mapperà il potenziale approvvigionamento di materie prime critiche secondarie ricavate da scorte e rifiuti dell’Ue per individuare progetti di recupero realizzabili entro il 2022.

La Commissione svilupperà partenariati strategici internazionali per garantire l’approvvigionamento di materie prime critiche che non sono disponibili in Europa. Dal 2021 partiranno i partenariati pilota con il Canada, con i paesi interessati in Africa e con i paesi del vicinato dell’Ue. In queste come in altre sedi di cooperazione internazionale, la Commissione si farà promotrice della trasparenza e di pratiche di estrazione sostenibili e responsabili.

Contesto

L’approvvigionamento sicuro di materie prime per l’industria dell’Unione Europea è una questione annosa, di cui Bruxelles si occupa fin dall’istituzione del gruppo “Approvvigionamento di materie prime” negli anni ‘70, seguita dall’adozione dell’iniziativa “materie prime” nel 2008. Tale iniziativa ha stabilito una strategia per ridurre le dipendenze dalle materie prime non energetiche per le catene del valore industriali e il benessere sociale diversificando le fonti delle materie prime primarie provenienti da paesi terzi, rafforzando l’approvvigionamento interno e sostenendo l’approvvigionamento di materie prime secondarie attraverso l’efficienza delle risorse e la circolarità.

Il Green Deal europeo e la nuova strategia industriale per l’Ue riconoscono che l’accesso alle risorse costituisce una questione di sicurezza strategica per garantire il successo delle trasformazioni verde e digitale. Attualmente la crisi Covid-19 sta inducendo molte parti del mondo a guardare con occhio critico al modo in cui organizzano le catene di approvvigionamento, soprattutto quando si tratta di sicurezza pubblica o settori strategici. Il piano per la ripresa proposto dalla Commissione pone l’accento su una ricostruzione più verde, più digitale e più resiliente. L’Europa dovrebbe pertanto adoperarsi per sviluppare un’autonomia strategica aperta e diversificare l’approvvigionamento di materie prime.

LEGGI: Materie prime critiche per le tecnologie e i settori strategici nell’UE – Studio prospettico

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