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Ancip all’attacco di GNV: “Negazionisti della legge sull’autoproduzione”

Ancip, l’associazione nazionale delle compagnie portuali, va pubblicamente all’attacco di Grandi Navi Veloci, pur non nominandola mai esplicitamente, per il caso di autoproduzione denunciato nel porto di Genova dai sindacati confederali. A bordo del traghetto Fantastic proveniente da Tunisi, secondo quanto riferito dai rapresentanti dei lavoratori, all’apertura del portellone “i semirimorchi a bordo del traghetto […]

di Nicola Capuzzo
12 Ottobre 2020
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Ancip, l’associazione nazionale delle compagnie portuali, va pubblicamente all’attacco di Grandi Navi Veloci, pur non nominandola mai esplicitamente, per il caso di autoproduzione denunciato nel porto di Genova dai sindacati confederali.

A bordo del traghetto Fantastic proveniente da Tunisi, secondo quanto riferito dai rapresentanti dei lavoratori, all’apertura del portellone “i semirimorchi a bordo del traghetto avevano già i cavalletti alzati, segno che il vettore aveva impiegato i marittimi per girare le maniglie, attività che invece alla luce della normativa vigente dovrebbe essere effettuata dai lavoratori portuali”. Grandi Navi Veloci nel capoluogo ligure dispone sia di personale proprio come impresa portuale ex art. 16, sia di manodopera fornita dalla Culmv (ex art. 17). C’è stato anche l’intervento dei delegati di Cgil, Cisl, Uil e della Compagnia Unica, insieme agli Rls di sito e agli ispettori, oltre alla Capitaneria di Porto ma nulla di irregolare  stato rilevato. “A seguito della richiesta di talune specifiche attività da parte dei sindacati, gli ispettori dell’Adsp hanno accertato lo svolgersi delle stesse. Nessuna contestazione è stata rivolta alla compagnia dalle autorità competenti” ha fatto sapere Grandi Navi Veloci.

A conferma di quanto la temperatura si stia alzando nei rapporti fra compagnie di navigazione e portuali in materia di autoproduzione, all’indomani della definizione di un regolamento attuativo che evidentemente non accontenta gli armatori, è appena intervenuta sul tema anche Ancip, dicendo: “In Italia si sta facendo, purtroppo, strada un movimento assurdo che nega l’esistenza di pandemie e i conseguenti obblighi a indossare, ad esempio, le mascherine. Apprendiamo ora, sconcertati, che esiste anche nella portualità
italiana chi sta deliberatamente sfidando il nostro Stato, infrangendo una Legge e, conseguentemente, delegittimando il potere esecutivo del Parlamento italiano”.

Ancip entra poi nel vivo della questione aggiungendo: “E’ di queste ore la notizia che nel porto di Genova un vettore armatoriale in spregio e in piena violazione delle disposizioni normative di cui all’art. 199 bis della legge 17 luglio 2020, n. 77 e del Regolamento (UE) n.2017/352 del Parlamento e del Consiglio del 15 febbraio 2017 si è ‘auto-autorizzato’ ad effettuare l’autoproduzione delle operazioni di rizzaggio dei trailer a bordo di una nave Ro-ro. Questi atteggiamenti vanno stigmatizzati e condannati poiché vanno a penalizzare fortemente il sistema, regolato dalla legge 28 gennaio 1994, n.84, delle imprese portuali italiane autorizzate ai sensi degli artt. 16 e 18 della medesima legge, ripercuotendosi sull’occupazione e sulla qualità della vita dei loro dipendenti. Atteggiamenti che si ripercuotono anche alle imprese art.17, unici soggetti giuridici autorizzati a fornire manodopera altamente formata e specializzata nei porti”.

In conclusione Ancip sostiene che “accanirsi contro una legge il cui principale scopo non è altro che elevare la qualità del lavoro, i livelli di sicurezza e la possibilità di operare delle imprese italiane soprattutto in un momento di grave difficoltà economica e di crisi dei traffici, è un atteggiamento che mette in risalto l’arroganza e il disinteresse da parte di chi tende a destabilizzare il sistema portuale italiano alla luce di meri interessi economici che nella fattispecie sono anche estremamente risibili. Auspichiamo che venga fatta chiarezza su quanto avvenuto a Genova e chiediamo che le Autorità preposte al controllo e alla vigilanza esplichino le dovute indagini, facendo sapere cosa realmente sia accaduto ed eventualmente applicare i dovuti provvedimenti nei confronti del vettore marittimo. Siamo ancora uno Stato di diritto, ergo, la Legge va fatta rispettare”.

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