Tregua già finita, nel porto di Livorno riparte lo sciopero
Nel mirino delle proteste la questione dell’art.17, quella relativa alle tariffe applicate in porto e quella riguardante il precariato dei lavoratori
Dopo una breve e e illusoria sospensione, lo sciopero proclamato dai lavoratori del porto di Livorno per dieci giorni (a partire da lunedì scorso) è ripreso. “Dispiace che i sindacati non abbiano condiviso e colto la portata e la dimensione delle novità contenute nei propositi di intesa formulati oggi durante il confronto” ha detto il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Luciano Guerrieri, commentando il mancato raggiungimento di una tregua nel tavolo tra le organizzazioni datoriali e sindacali convocato quest’oggi a Palazzo Roscian.
Il vertice dell’ente portuale sottolinea come dall’incontro di oggi fosse “scaturita una piattaforma programmatica che, attraverso delle chiare linee di indirizzo, avrebbe dato avvio alla già annunciata ridefinizione del modello complessivo del lavoro nei porti del sistema del Mar Tirreno settentrionale, anche attraverso una preliminare analisi del fenomeno della precarietà”.
Diverse le questioni affrontate in quello che è stato ribattezzato il lodo della tregua: in cima all’agenda la questione dell’art.17, quella relativa alle tariffe applicate in porto e quella riguardante il precariato, “attentamente esaminata dalle parti con proposte risolutive che avrebbero richiesto un tempo minimo per arrivare a produrre risultati concreti” si legge nella nota della port authority.
Guerrieri si dice dunque “preoccupato per i riflessi che l’interruzione della tratttiva avrà sugli equilibri del porto. L’Adsp rimane comunque a disposizione per riprendere quanto prima un confronto” è la conclusione.
Per dieci giorni i lavoratori del sistema portuale livornese sciopereranno ogni giorno per 2 ore: in ognuno di questi giorni saranno organizzate due assemblee (una di mattina e l’altra di pomeriggio).
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