I portuali cagliaritani insorgono dopo il dietrofront di Qterminals
Secondo i lavoratori “la politica non può essere deresponsabilizzata dalle dichiarazioni ottimistiche del vertice dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna”

Circa sessanta lavoratori portuali si sono dati appuntamento sotto il Consiglio regionale della Sardegna per tenere alta l’attenzione sul futuro del porto canale di Cagliari dopo l’abbandono delle trattative e il mancato interesse verso la concessione del terminal container da parte della società qatariota QTerminals. i protagonisti della protesta erano ex dipendenti della Kalport, l’agenzia dei lavoratori portuali dal 2019 senza lavoro, che esprimono timori verso una soluzione che sembra ora volgere verso una definitiva gestione dell’ex Cagliari International Container Terminal da parte della società Mito (gruppo Grendi) che attualmente serve il mercato regionale sardo per l’import-export agiungendo una piccola quota di business legato al trasbordo e allo stoccaggio di contenitori vuoti.
“Questa società oggi ha quindici dipendenti e schedula due navi a settimana” ha spiegato Ugo Dall’Ora, portavoce dei lavoratori. “Noi prima eravamo 210 più 300 dell’indotto, in una società che operava 365 giorni l’anno, con collegamenti diretti con più di 52 porti in tutto il mondo. È evidente – ha aggiunto – che ora siamo in una situazione emergenziale e la politica non può essere deresponsabilizzata dalle dichiarazioni ottimistiche del vertice dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sardegna”.
Per gli ex portuali, che attualmente percepiscono un’indennità dalla Kalport, l’opportunità di rilancio passa solo per una “soluzione di ampio respiro per spingere l’internazionalizzazione delle imprese dell’import-export”.
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Qterminals abbandona il progetto di rilanciare il terminal container di Cagliari