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Enel prepara la wayout dal porto di Brindisi con indennizzo

Concessione fino a fine 2025 per la dismissione della centrale Enel e nuovo futuro per le banchine dal 2026 con oltre dieci pretendenti

di Redazione SHIPPING ITALY
24 Novembre 2024
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Enel ha formalizzato la richiesta di concessione fino al 31 dicembre 2025 della banchina di Costa Morena Est, “in assenza di un programma operativo che preveda l’arrivo di navi”. Ciò vuol dire che la società smantellerà le proprie strutture presenti sul sito, in vista della dismissione della centrale Enel Federico II di Cerano, prevista sempre per la fine del prossimo esercizio.

Lo rivelano fonti di stampa locale spiegando che l’istanza di rinnovo della concessione demaniale, in scadenza il 31 dicembre 2024, era stata presentata lo scorso 7 novembre all’Autorità di sistema portuale del Mar Adriatico meridionale.

Enel gestisce superfici per un’estensione di oltre 32mila metri quadri, fra banchina di diga, dalla torre T17, nastri trasportatori N07 e N08, cabina elettrica e vasca di raccolta acqua, per l’espletamento delle operazioni portuali, consistenti nella movimentazione di solidi e combustibili destinati alla “Federico II” e “per/da i depositi Enel”. La richiesta concessoria mira “al solo scopo – si legge nel documento dell’Authority – di consentire lo smantellamento degli asset presenti in ottemperanza ai titoli vigenti e secondo il cronoprogramma trasmesso, nel pieno rispetto dei termini previsti dal Pniec (Piano energia e clima). L’ammontare del canone per il mantenimento dell’area, a partire dall’1 gennaio 2025, è pari, per la componente fissa, a 1.375.578,49 euro”.

L’istanza è stata presentata, come detto, in assenza di un programma operativo che preveda l’arrivo di navi del porto. Già da un anno, infatti, le attività in banchina sono ferme e i lavoratori della società Sir, appaltatrice del servizio di movimentazione del carbone, a inizio 2025 entreranno in cassa integrazione.

La concessione è “strettamente connessa alla chiusura del ciclo produttivo finalizzata allo smantellamento degli asset”. Per questo è prevista una componente variabile del canone concessorio che avrà “una funzione indennitaria poiché andrà a indennizzare l’ente gestore e tutto l’indotto della comunità portuale delle entrate connesse al traffico navale e alla movimentazione delle merci, che, in assenza di navi, non saranno conseguite”. Tale componente variabile a sua volta si articola in un importo fissato in 300mila euro per l’assenza di un programma operativo e in una parte indennitaria, che sarà “determinata in misura percentuale sul totale del mancato introito discendente dall’arrivo delle navi e dalla movimentazione di carbone (tassa di ancoraggio, tassa erariale merci, parte variabile del canone di impresa portuale)”. La percentuale sarà stabilita dal comitato di gestione.
Dal 1 gennaio 2026 la cosiddetta banchina Enel resterà dunque libera e pronta ad accogliere nuove attività produttive.

Brindisi Report ricorda che il suo futuro utilizzo sarà vagliato anche presso il tavolo per la decarbonizzazione di Brindisi istituito presso il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Lo scorso settembre, il dirigente ministeriale Amedeo Teti, nel corso di un incontro presso la prefettura di Brindisi, aveva presentato 13 proposte di investimento nei settori della filiera delle energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, idrogeno verde), della logistica e dell’automotive, per un investimento totale pari a 700 milioni di euro e un impatto occupazionale da 2mila posti di lavoro.

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