Anche Confindustria per il mantenimento del rigassificatore a Piombino
Dopo gli operatori portuali anche gli industriali chiedono che l’impianto non venga spostato: “Compatibile con porto e siderurgia”

Dopo la presa di posizione di una nutrita rappresentanza di imprese portuali piombinesi, anche la locale sede di Confindustria s’è schierata a favore del mantenimento nel porto toscano del rigassificatore Italis Lng di Snam.
La nave, come è noto, fu posizionata in Toscana su input del Governo con l’accordo, caldeggiato in primis dal Comune e accettato dal commissario ad hoc e presidente della Regione Eugenio Giani, che dopo tre anni di operatività avrebbe lasciato il porto di Piombino, anche se nel frattempo la Regione Liguria ha ribaltato la propria disponibilità ad accogliere la struttura al largo di Vado Ligure.
“Lasciare la nave dov’è adesso potrebbe servire ad accelerare il rilancio industriale di Piombino” ha dichiarato Confindustria Toscana al quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore attraverso il suo presidente Maurizio Bigazzi, che guida anche gli industriali di Livorno confluiti in Confindustria Toscana Centro e Costa. “L’economia del territorio ha tratto vantaggi dalla crescita dei servizi legati alla presenza dell’impianto” ha aggiunto Bigazzi sottolineando come, se anche la nave rigassificatrice fosse ricollocata, in porto rimarrebbero comunque le tubazioni per collegare le unità galleggianti alla rete nazionale del gas metano (la legge dice che non possono essere smantellate): “Tanto vale usarle” è il pensiero.
Dal luglio 2023 a oggi il rigassificatore di Piombino è stato rifornito da una cinquantina di navi metaniere (l’ultima ha lasciato il porto sabato scorso), ha immesso in rete circa 4,3 miliardi di metri cubi di gas e -come ha precisato l’ad di Snam, Stefano Venier- ha venduto la sua capacità di rigassificazione per i prossimi 20 anni.
“Ho firmato una autorizzazione per tre anni e l’argomento sarà affrontato quando ci avvicineremo alla scadenza. In ogni caso vorrei veder spostare la nave” ha detto Giani, che, pur inizialmente favorevole all’installazione, sembra ora puntare al rilancio dello scalo in funzione dell’acciaieria a valle dell’affaire Metinvest: “Nel momento in cui rivedremo sorgere la siderurgia, il porto è giusto che sia destinato a questo”. Ma Confindustria Toscana ritiene che acciaierie e rigassificatore possano convivere: “Mitighiamo le limitazioni che l’impianto comporta ma non delocalizziamolo- ha concluso Bigazzi – e realizziamo quelle opere che servono alle imprese, come la banchina ovest, i nuovi piazzali nelle aree retrostanti, il secondo lotto della strada 398, il collegamento ferroviario delle nuove aree portuali”.
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