Con la Jv fra Metinvest e Danieli previsto un significativo incremento di traffici marittimi a Piombino
Secondo l’esperto broker marittimo Maurizio Gozzi (HB Shipping) sia le materie prima che i semilavorati richiederebbero l’impiego di un elevato numero di navi general cargo e bulk carrier medio-piccole

E’ stato firmato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy l’accordo tra Metinvest Group e Danieli, che disciplina la partnership congiunta tra i due gruppi in Metinvest Adria S.p.A.
L’accordo tra azionisti, informa il Mimit, formalizza i principali aspetti della gestione congiunta del nuovo stabilimento siderurgico di Piombino per la realizzazione di acciaio tecnologicamente all’avanguardia e a basso impatto ambientale, oltre ad avviare un percorso volto all’implementazione del progetto e alla condivisione degli obiettivi strategici a lungo termine. Questa struttura è destinata a diventare un punto di collegamento strategico tra le industrie metallurgiche italiana e ucraina.
Oltre all’accordo tra azionisti, che entrerà pienamente in vigore nella seconda metà del 2025, si apprende che nell’incontro è stato firmato anche un contratto tra Metinvest Adria e Danieli per lo sviluppo dell’ingegneria di base del nuovo stabilimento di Piombino.
Il nuovo impianto di Piombino, a regime, avrà una capacità produttiva annuale di 2,7 milioni di tonnellate e utilizzerà la tecnologia del forno ad arco elettrico, impiegando materiali riciclati come rottami, ghisa e ferro ridotto (Dri), reperiti dalle attività ucraine di Metinvest. E’ inoltre prevista, la realizzazione di un centro di lavorazione e assistenza dell’acciaio a freddo, oltre a strutture e attrezzature ausiliarie.
La costruzione del nuovo impianto siderurgico di Piombino sarà finanziata principalmente attraverso fondi raccolti da istituti finanziari e creditizi internazionali, oltre al capitale proprio degli azionisti. Il progetto è destinato a fungere da modello per la futura modernizzazione degli stabilimenti Metinvest di Zaporizhzhia e Kamianske, in Ucraina.
Con l’accordo si segna il passo del rilancio del polo siderurgico di Piombino, con la tecnologia green, avanguardia in Europa e, come ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, si rafforza la cooperazione strategica tra Italia e Ucraina, creando un solido ponte tra le nostre industrie metallurgiche particolarmente importante nella prospettiva della ricostruzione dell’Ucraina.
Secondo Maurizio Gozzi, amministratore delegato della società HB Shipping attiva nel brokeraggio marittimo e specializzata anche nel trasporto di carichi secchi e di prodotti siderurgici, interpellato da SHIPPING ITALY sui possibili riflessi futuri di questo accordo, in termini di importazione nell’area piombinese che al momento vede con Jindal una produzione di rotaie abbastanza limitata “si potrebbe prevedere una triplicazione dei volumi per acquisire il materiale necessario alla produzione, ovvero materiale scrap e bricchette Hbi dal Venezuela e dalla Libia (un materiale ferroso preridotto con gas naturale). Andrà poi visto quanto materiale prodotto sarà possibile vendere”.
Gozzi spiega che “al momento Piombino sta producendo meno di mezzo milione di tonnellate, se i volumi di esportazione arrivassero intorno a 2 milioni, avremmo un totale fra importazione ed esportazione di circa 2 miioni e mezzo di tonnellate. Il tutto verrebbe trasportato con navi medio-piccole (per lo scrap navi da 50.000 tonnellate e per le bricchette, materiale preridotto, navi ancora più piccole). Quindi si potrebbe prevedere un grosso aumento di naviglio in entrata e in uscita da Piombino”.
Il vertice di HB Shipping aggiunge che, “per quanto riguarda il mercato dell’acciaio, attualmente piuttosto stagnante a causa della concorrenza cinese e della fermata della produzione a Taranto, ci sono anche incertezze riguardo ai dazi annunciati dal presidente Trump, ma si può prevedere, una volta terminati i conflitti in corso, una domanda di acciaio per la ricostruzione. Ci sono inoltre grandi investimenti in corso per lo sviluppo delle ferrovie nei paesi africani. Tutto questo giustifica la previsione di un risvolto positivo entro il 2026, che potrebbe davvero far raggiungere a Piombino almeno due milioni di tonnellate di produzione che porterebbero un grosso incremento di traffici di navi in import e in export, al momento non precisamente quantificabile; a tutto ciò si collega la previsione di un grosso impulso alla logistica, poiché non tutto il materiale prodotto verrà esportato via nave”.
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