Dal Governo un primo impegno a riconoscere il lavoro portuale come usurante
Approvato un odg presentato dalla deputata di Azione Giulia Pastorella che prevede anche l’attivazione del fondo per l’esodo degli addetti del comparto

Il Governo ha accolto un Ordine del giorno presentato dalla deputata Giulia Pastorella riguardante il riconoscimento del lavoro portuale come usurante, nonché l’implementazione del fondo per l’esodo e i prepensionamenti del comparto portuale.
A farlo sapere è la segreteria della deputata, nonché membro della Commissione Trasporti alla Camera, che al riguardo sottolinea: “È un primo, significativo passo verso un degno riconoscimento dell’importanza, a livello nazionale, del lavoro portuale che include talvolta attività gravose e rischiose per gli addetti di un settore così strategico e fondamentale per l’economia del Paese”.
Nel dettaglio, l’atto di indirizzo impegna l’esecutivo a valutare l’opportunità, “compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica”, di “riconoscere il lavoro portuale come lavoro usurante, aggiornando la normativa vigente in materia”, nonché a “rendere operativo il fondo per l’esodo e i prepensionamenti del comparto portuale” e a “promuovere misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni nei porti italiani e un sistema di monitoraggio degli stessi”.
Nel testo si richiama l’importanza del settore portuale per il paese, al fianco della “particolare gravosità delle operazioni” e dei “rischi elevati” per i lavoratori e il fatto che le risorse per finanziare il fondo per l’esodo anticipato degli stessi “risultano insufficienti”.
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