T. Mariotti si aggiudica anche il secondo round del contenzioso con Sarimi-Amico
Nuovo intervento del Tar sulle aree delle riparazioni navali genovesi contese: legittima la scelta dell’Adsp, data la consistenza delle commesse della controllata di Gin e l’inutilizzo della controparte

A quasi un mese di distanza l’Autorità di sistema portuale di Genova non ha ancora ufficializzato l’accoglimento dell’istanza del cantiere navale T. Mariotti per le aree delle riparazioni navali fino a fine gennaio in uso a Officine Meccaniche Sarimi, ma un nuovo pronunciamento del Tar di Genova ha confermato la correttezza di tale scelta.
Confermando l’orientamento del giudice monocratico, infatti, anche in composizione collegiale il Tribunale amministrativo ha rigettato l’istanza cautelare che Sarimi, controllata da Amico&Co. aveva proposto contro la concessione rilasciata a T. Mariotti dall’Adsp, offrendo per giunta una lettura più articolata delle valutazioni condotte dall’ente pubblico.
La comparazione condotta da Adsp, in particolare, “appare prima facie legittima atteso che il progetto di utilizzo dei beni demaniali di quest’ultima è stato ritenuto preferibile sulla base della valutazione discrezionale dei seguenti presupposti favorevoli all’assegnataria: i) il carattere pubblico della commessa della Marina Militare; ii) il fatturato più alto; iii) il maggiore importo delle commesse; iv) le migliori ricadute occupazionali per il Comparto Industriale; oltre a ciò Adsp ha correttamente considerato che gli interventi sulla nave militare necessitano di un compendio allestito ad hoc (sebbene per il tempo limitato dell’esecuzione della commessa) in un’area separata da altre parti del cantiere navale e dotata di specifiche misure di sicurezza idonee a garantire la segretezza delle lavorazioni mediante approntamento di opere e misure di interdizione specifiche per controllare l’accesso degli addetti ai lavori ed impedire l’ingresso di soggetti non autorizzati”.
Non è tutto, perché il Tar ha rilevato come i controlli eseguiti dall’ente abbiano rivelato che degli ormeggi in questione Sarimi farebbe esclusivo uso ‘immobiliare’: “Dalle ispezioni effettuate da Adsp in data 3 e 19 febbraio sulle aree ancora occupate da OM Sarimi, è emerso che le due navi ormeggiate non sono soggette da mesi a lavorazioni o ad altre operazioni amministrative da parte di tale impresa, risultando in particolare che la nave Moby sia in sosta inoperosa dal 13.11.2024, come dichiarato dal primo ufficiale, mentre l’altra nave Moby Otta sia soggetta ad attività manutentive da parte di una ditta diversa da OM Sarimi (Zincaf, ndr)”.
L’ente peraltro avrebbe lasciato a Sarimi alcune aree a terra e uno specchio acqueo sufficiente all’ormeggio di almeno una nave. Da qui il rigetto dell’istanza cautelare e il rinvio all’udienza di merito a giugno.
A.M.
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