Msc potrebbe sfilarsi dal progetto del nuovo inland terminal a Cortenuova (Bergamo)
Secondo il partner Vitali Spa le difficoltà burocratiche e il mancato riconoscimento di strategicità del progetto da parte del Mit stanno inducendo il gruppo di Aponte a valutare alternative a Brescia o a Milano

Msc sarebbe pronta a sfilarsi dal progetto per la realizzazione dell’interporto di Cortenuova, in provincia di Bergamo, e quindi a farlo venire meno, perlomeno nella forma e nella rilevanza ipotizzate finora.
A lanciare l’allarme è il gruppo Vitali Spa, partner dell’iniziativa insieme al gruppo guidato da Gianluigi Aponte nella società promotrice Cortenuova Freight Station, fondata nel 2020.
Secondo quanto riportato dalla testata, che ha seguito tutti i passi compiuti – finora faticosamente – dal progetto, a far propendere Msc per questa decisione sarebbero proprio le difficoltà burocratico-istituzionali incontrate fino ad oggi. Tali da portare il gruppo a considerare alternative nei pressi di Milano o Brescia.
Più nel dettaglio, alla base del malumore di Msc e Vitali ci sarebbe innanzitutto l’assenza, ad oggi, di un riconoscimento di strategicità dell’iniziativa in particolare da parte del Mit. Secondo i promotori, sostenuti in questo anche dalla Provincia di Bergamo, il ministero dovrebbe riconoscere cioè alla infrastruttura una rilevanza nazionale, vista l’intenzione delle due aziende di farne “il retroporto di Genova, Ravenna, Venezia e Trieste” secondo le parole del presidente dell’ente Gandolfi. Sul punto il dicastero non si sarebbe però ancora espresso formalmente.
Per Vitali, che considera la fuoriuscita di Msc “l’orizzonte ormai più probabile”, con l’assenza del primo gruppo marittimo al mondo il polo risulterebbe inevitabilmente ed enormemente ridimensionato, assumendo la forma di un “mero scalo merci lombardo”.
Facendo il punto sullo stato della infrastruttura, oltre alla benedizione da parte del Mit, nei giorni scorsi il presidente della provincia di Bergamo Pasquale Gandolfi aveva identificato anche altre condizioni da soddisfare, tra cui l’avvio, come da richiesta dei promotori, di un tavolo tecnico che coinvolga oltre al ministero anche Rfi, la Regione, la Provincia e il Comune di Cortenuova. Un’altra era che l’interporto garantisse spazi anche alle aziende dell’area, ‘orfane’ dello scalo merci chiuso lo scorso anno. Nel suo discorso Gandolfi però non aveva risparmiato critiche alla stessa Cortenuova Freight Station, cui imputava di essersi resa disponibile a presentare il progetto definitivo ai singoli comuni coinvolti, ma di avere altresì declinato l’invito della Provincia per un’illustrazione unitaria.
Secondo quanto emerso al momento della costituzione di Cortenuova Freight Station, l’inland terminal bergamasco, realizzato con un investimento all’epoca stimato in 100 milioni di euro, si dovrebbe sviluppare su un’area di 330mila metri quadrati raccordata alla ferrovia, con la riqualificazione di strutture (tra cui il centro commerciale) dismesse e già presenti. Il progetto prevedeva anche lo sdoganamento interno delle merci.
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