Per il ‘barometro’ del Wto probabile evoluzione positiva degli scambi globali
L’organizzazione invita però alla cautela, poiché frontloading e incertezze osservate finora potrebbero tradursi in un prossimo rallentamento della domanda

Il barometro dei traffici merci della World Trade Organization mostra una leggera tendenza al miglioramento. L’ultima rilevazione (datata gennaio 2025) riporta infatti un valore di 102,8 per l’indice (era di 102,7 a dicembre), considerato predittivo della evoluzione degli scambi globali, elaborato sulla base di diversi componenti e che ha 100 come valore base.
Il dato, evidenzia l’organizzazione, normalmente indicherebbe una probabile prossima crescita degli scambi mondiali. In questo contesto caratterizzato da incertezze sulle politiche tariffarie tuttavia il Wto invita alla cautela, evidenziando come questo potrebbe essere stato ‘gonfiato’ dalle spedizioni e ordini anticipati disposti dagli operatori negli ultimi mesi, che potrebbero portare a un rallentamento della domanda nei prossimi.
Più nel dettaglio, l’organizzazione evidenzia che tutti i componenti che ‘costruiscono’ il barometro hanno mostrato valori pari o superiori a quello base. In particolare, la componentistica di elettronica segna 102,3, mentre le materie prima mostra 101,6, tutti in linea con la tendenza, mentre quelli di automotive, traffico container e spedizioni aeree sono nettamente al di sopra (rispettivamente pari a 105,5, 103,7 e 102,7). Infine la componente degli ordini in export – solitamente quella ritenuta con maggior peso predittivo – riporta un valore di 101, quindi vicino al dato base.
Facendo un passo indietro fino al terzo trimestre 2024 (l’ultimo per cui sono disponibili i dati), l’organizzazione mondiale del commercio ha spiegato di avere riscontrato una crescita del 3,3% anno su anno, coerente con la stima diffusa in precedenza di un incremento complessivo del 2,7% dei volumi per l’intero 2024, che quindi è stato confermato. Ciò detto, il Wto ha ammesso che su alcune direttrici le cose sono andate diversamente dalle attese, in particolare gli scambi europei (in import ed export) sono stati molto inferiori alle stime, mentre le importazioni nordamericane e le vendite estere asiatiche sono cresciute più del previsto.
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