Eolico portuale, c’è il decreto, non (ancora) i soldi
Il Mase individua Taranto e Augusta come scali prioritari, con Civitavecchia e Brindisi in seconda battuta

Delle sei candidature di Autorità di sistema portuale a fare di uno o più scali sotto la propria giurisdizione poli per l’eolico offshore, sono quattro quelle ritenute idonee dal Ministero dell’ambiente e dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Lo rivela il decreto firmato di concerto col Ministero dell’economia e delle finanze, che lo ha girato alla Ragioneria dello Stato per la bollinatura (e che SHIPPING ITALY pubblica qui).
Quella dell’Autorità Portuale del Mare Adriatico Centrale (Vasto) è stata “esclusa per la totale assenza dei requisiti minimi previsti dal bando” mentre “quelle dell’Autorità Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio (Crotone e Corigliano) risultano parzialmente valutabili in quanto non risultano corredate dei requisiti tecnici” previsti dal bando del Mase.
Invece “le candidature dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Centro Settentrionale (Civitavecchia), dell’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale (Brindisi), dell’Autorità portuale del Mare di Sicilia Orientale (Augusta) e dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Ionio (Taranto) risultano valutabili positivamente e, tra queste, le ultime 2 candidature summenzionate risultano le più coerenti rispetto ai requisiti”.
Tanto che, recita poi la norma, per “la creazione di un polo strategico nazionale nel settore della progettazione, della produzione e dell’assemblaggio di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare (…) risultano prioritari gli interventi infrastrutturali previsti dall’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Orientale in Augusta e dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Ionio in Taranto”.
Detto che il decreto elenca con una certa puntualità gli interventi proposti dalle varie Adsp per la creazione dell’infrastruttura necessaria (adeguamento di Punta Cugno ad Augusta, delle Colmate di Capo Bianco e Costa Morena Est a Brindisi, banchinamento di riva in cassoni cellulari e banchinamento del molo di sopraflutto in cassoni cellulari, in primis, a Civitavecchia, ammodernamento della banchina Polisettoriale a Taranto), a differenza di quanto prevedeva la norma da cui deriva, invece non individua “le modalità di finanziamento degli interventi individuati, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente”.
Tanto che il Capo di gabinetto del Mef, nel trasmettere il provvedimento alla Ragioneria, “rappresenta la necessità di acquisire una relazione di accompagno con elementi relativi alla portata finanziaria del provvedimento, in particolare circa il finanziamento delle opere da realizzare a carico delle Autorità di sistema portuale”.
Le aree individuate “sono destinate alla realizzazione di infrastrutture idonee a garantire lo sviluppo degli investimenti del settore della cantieristica navale per la produzione, l’assemblaggio e il varo di piattaforme galleggianti e delle infrastrutture elettriche funzionali allo sviluppo della cantieristica navale per la produzione di energia eolica in mare”.
A.M.
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