Autotrasporto in subbuglio anche a Vado Ligure
Le sigle di categoria denunciano “criticità organizzative da parte del Terminal Apm”, estendono la congestion fee e chiedono l’intervento dell’Adsp

Anche nel porto di Vado Ligure il tema dei picchi di lavoro legati alle crescenti dimensioni medie delle navi stanno creando problemi operativi, in particolare all’indotto dell’autotrasporto.
Lo evidenzia una nota inviata, come nell’analogo caso genovese, all’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale (e a Unione Industriali Savona, Unione Utenti Portuali porto di Savona e Vado Ligure, Assiterminal, Fedespedi, Assarmatori, Confitarma, Assologistica) dalle associazioni di categoria.
Aliai, Anita, Cna Fita Confartigianato Trasporti, Fai, Fiap Legacoop, Trasportounito denunciano “criticità organizzative da parte del Terminal Apm e ritardi operativi nelle operazioni di carico e scarico della merce con conseguenti congestioni camionistiche”. In particolare, si legge, “l’arrivo di navi con maggiori carichi di contenitori e sbarchi numericamente più importanti ha fatto emergere da un lato la limitata capacità organizzativa e strutturale a piazzale del Terminal e dall’altro lato l’inadeguatezza del sistema delle finestre di arrivo dei camion”.
Che quello dei picchi legati alle maxinavi sia un tema anche a Vado è stato evidenziato dal recente arrivo della Cosco Nebula da 21mila teu, che ha messo in luce anche altre problematiche: basti pensare che la nave è stata costretta a suddividere in due le operazioni di imbarco/sbarco e ad approdare quindi due volte (oltre che ad attendere due giorni in rada nel mentre) perché nel frattempo al terminal era programmato l’arrivo della Porto Cheli di Gemini (6.500 teu) e la banchina di 700 metri non consente per ovvie ragioni il contemporaneo ormeggio di una nave da 400 metri di lunghezza e una da 300.
Tornando agli autotrasportatori, stigmatizzato in particolare un “ingiustificabile” insufficiente utilizzo dei sistemi informatici di programmazione e coordinamento dell’arrivo dei mezzi, “a fronte dei gravissimi extracosti conseguenti alla situazione evidenziata e alla limitata capacità produttiva e programmazione dei flussi camionistici nel Porto di Vado Ligure, le aziende nostre associate hanno deciso di estendere la cosiddetta congestion fee” anche all’area savonese.
E hanno chiesto infine “che il tavolo convocato da tempo per affrontare le medesime problematiche sul porto di Genova venga esteso anche agli operatori del porto di Vado Ligure affinché vengano assunti impegni concreti e reali da parte del Terminal e di tutta l’utenza portuale, condivisi e risolutivi”.
Sul fronte genovese Giuseppe Tagnocchetti (Trasportounito) ha riferito come ad esito di alcuni preliminari incontri con i preposti dirigenti di Adsp, quest’ultima abbia assunto “l’impegno a definire interventi in un accordo di programma con operatori portuali e ad approfondire alcuni aspetti per convocare il tavolo plenario”. Che a questo punto potrebbe allargarsi.
A.M.
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