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Petromar è sbarcata ufficialmente nel bunkeraggio a Genova, allarme esuberi per Ciane

I marittimi della società di Novella lanciano un nuovo appello denunciando all’autorità marittima gli elevati rischi per la sicurezza e per l’ambiente connessi all’impiego di bettoline con standard di sicurezza non adeguati

di Redazione SHIPPING ITALY
19 Maggio 2025
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Nei giorni scorsi nel porto di Genova ha debuttato ufficialmente una seconda società attiva nel bunkeraggio navale. Oltre a Ciane, ha iniziato infatti a trasportare e fornire carburante ad alcuni traghetti di Gnv e di Cotunav anche la società Petromar di Venezia, che nello scalo ligure ha posizionato le due bettoline San Polo e San Giorgio I. Il suo arrivo era atteso e non ha mancato di sollevare prontamente polemiche e timori da parte di chi lavora per l’altra azienda concorrente.

“I lavoratori marittimi della Ciane S.p.A. lanciano un allarme: i porti di Genova e Savona stanno vivendo una concorrenza con l’abbassamento degli standard di sicurezza e qualità del servizio, con pesanti ricadute occupazionali. Si chiedono controlli urgenti e l’intervento delle istituzioni” è la sintesi del messaggio lanciato; un appello che replica in sostanza quanto già denunciato nelle scorse settimane prima che l’ingresso in servizio di Petromar si materializzasse.

L’arrivo della società Petromar S.r.l. come nuovo operatore del servizio di bunkeraggio nei porti di Genova e Savona – con legittima autorizzazione da parte delle autorità competenti – sta generando forti preoccupazioni sotto il profilo occupazionale, della sicurezza operativa e della tutela ambientale.

“Le unità navali impiegate da Petromar, come già segnalato, presenterebbero a nostro avviso serie carenze in termini di manovrabilità rispetto ai mezzi utilizzati da Ciane S.p.A. – scrivono i lavoratori marittimi di quest’ultima – elemento cruciale per operare in sicurezza in un ambiente portuale complesso e trafficato come quello genovese, anche alla luce delle condizioni meteomarine. Questa situazione esporrebbe il porto a un potenziale aumento del rischio di incidenti durante le fasi di accosto e manovra, soprattutto sottobordo, con possibili conseguenze gravissime. Tra queste, vi è anche il concreto pericolo di sversamenti di idrocarburi in mare, con danni ambientali che comprometterebbero la salute dell’ecosistema marino e l’immagine stessa del porto di Genova. In un’epoca in cui la sostenibilità ambientale è al centro delle politiche pubbliche, non possiamo permettere che il criterio del massimo ribasso prevalga su sicurezza e ambiente”.

Nell’appello all’autorità marittima e alle istituzioni i marittimi di Ciane ancora aggiungono: “L’utilizzo di mezzi meno efficienti e potenzialmente non idonei potrebbe provocare ritardi significativi nelle operazioni di rifornimento, con ricadute dirette sul traffico delle navi passeggeri e dei traghetti. Tali ritardi, specie in alta stagione, potrebbero causare gravi disagi a migliaia di passeggeri, compromettendo la puntualità e la regolarità delle rotazioni portuali. Già nella prima giornata di attività si sono verificati diversi disservizi: un traghetto è stato costretto a partire senza rifornimento per rispettare l’orario previsto, mentre un altro ha subito un ritardo di cinque ore in
attesa del completamento delle operazioni di bunkeraggio. Una simile situazione, nel pieno della stagione estiva, avrebbe ripercussioni pesantissime sull’intero sistema portuale, anche in termini di ordine pubblico, per via della presenza di migliaia di passeggeri sulle banchine, con un impatto rilevante sulla mobilità, sul turismo e sull’immagine del porto di Genova come infrastruttura moderna ed efficiente”.

L’appello sottolinea poi i rischi occupazionali conseguenti all’arrivo in porto di questo nuovo player nel bunkeraggio navale. “L’ingresso di Petromar – si legge – comporterà inoltre, nel breve periodo, l’esclusione di una parte significativa del personale attualmente impiegato da Ciane, storica società attiva da decenni e riconosciuta per i
suoi standard di eccellenza e sicurezza. Ciane ha già comunicato alle organizzazioni sindacali l’intenzione di avviare le procedure di licenziamento collettivo per circa il 20% dell’organico, composto interamente da marittimi italiani, per lo più locali, con anni di esperienza maturati nello scalo genovese. Il nuovo operatore, al contrario, sembrerebbe intenzionato a impiegare principalmente personale straniero (seppur comunitario) e a utilizzare mezzi navali che – secondo quanto già segnalato alle Capitanerie di Porto di Genova e Savona e all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale – non risulterebbero adeguati al contesto operativo locale. Tuttavia, a oggi, tali segnalazioni non hanno ottenuto riscontro: le autorità non hanno ancora dimostrato un interesse concreto nell’approfondire e verificare quanto denunciato”.

La nota si conclude diceno: “Noi lavoratori marittimi della Ciane, in rappresentanza di chi ha costruito questo servizio con impegno, formazione, dedizione e attenzione alla sicurezza, non siamo contrari alla concorrenza. Anzi, riteniamo che la competizione possa essere sana e utile, purché si svolga su basi corrette, trasparenti e sicure, e non a scapito dell’efficienza complessiva del sistema portuale. La concorrenza deve essere uno strumento per innalzare i livelli di sicurezza e gli standard qualitativi
del servizio, non per abbassarli. Abbiamo già formalmente segnalato le criticità in atto alle autorità competenti, ma – come detto – finora non si è riscontrato un adeguato interessamento. Alla luce di quanto sopra, chiediamo un intervento urgente delle istituzioni locali, delle autorità portuali e del Ministero dei Trasporti, sollecitando un approfondimento serio sull’impatto occupazionale e sociale della situazione in corso e un confronto tra tutte le parti coinvolte volto a garantire la sicurezza operativa e la tutela dei lavoratori”.

La comunicazione firmata dai maritimi di Ciane precisa infine che le considerazioni espresse si basano su valutazioni tecniche, esperienze dirette e documentazione disponibile.

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