Vago (Msc): “Preoccupati dai ritardi nelle nomine dei presidenti di Adsp”
Catani rivela il mandato ricevuto dalla famiglia Aponte nel piano industriale al 2030: “Posizionarci come leader nel settore ferry nel Mediterraneo”

Genova – “Siamo solo un po’ preoccupati per il ritardo nelle nomine dei presidenti delle Autorità di Sistema Portuale. Occorrono persone competenti, capaci di affrontare le sfide di un mondo che vive una fase delicatissima. Quanto sta accadendo su vari fronti, soprattutto a livello internazionale, ha infatti un impatto enorme. E pone problemi molto seri ai porti e al mondo dello shipping”. È questo (rivolto al viceministro delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi) uno dei passaggi più significativi del discorso che Pier Francesco Vago, presidente esecutivo di Gnv, ha letto a Genova durante la cerimonia di battesimo del nuovo traghetto Gnv Orion.
A margine della cerimonia, a SHIPPING ITALY sempre Vago ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di persone capaci, persone che abbiano un profilo del settore, che conoscano la complessa burocrazia italiana. Perché qui per fare un dragaggio bisogna essere capaci e perciò mi auguro che il Mit abbia le capacità di mettere le persone giuste nei posti giusti e che non ne facciamo solamente una questione di bandiera politica”.
A proposito dell’auspicio proprio di Rixi che Gnv torni a costruire navi in Italia, Vago ha indicato la rotta perchè questo possa diventare possibile: “Bisogna togliere innanzitutto a Bruxelles il tetto del 30% degli aiuti di Stato, questa è la difficoltà più grossa. Sicuramente questo merita un pensiero molto profondo, non solo per la cantieristica italiana e europea, sostenuta soprattutto dall’industria croceristica, ma per la continuità territoriale. Dobbiamo rinnovare le flotte, parliamo di sostenibilità, parliamo di ambiente, parliamo di emissioni e qui questo settore non ha i soldi per poter rinnovare la flotta. O troviamo un aiuto e troviamo delle soluzioni pratiche per fare in modo che ritorniamo a costruire le nostre navi in Europa, oppure avremo problemi, dovremo costruirle chiaramente in Estremo Oriente”.
L’altra critica importante è stata mossa all’EmisionTrading System. “Movimentare merci e persone via mare contribuisce a ridurre le emissioni ambientali derivanti dal trasporto stradale. Oltre che a decongestionare le strade dai mezzi pesanti. Aiuta inoltre a diminuire i costi e le complessità generali del sistema logistico italiano” ha sottolineato ancora Vago. Secondo il quale “è necessario per questo rivedere la configurazione attuale del sistema Ets, fonte di importanti distorsioni competitive che minano le sue stesse finalità. Il fatto che sia applicato al settore marittimo, ma non ancora al trasporto stradale, genera differenziali di costi che non vengono compresi e accettati dalla committenza. Spingendo così, a parità di condizioni, al ritorno su strada. Il settore marittimo sta facendo la sua parte, come dimostra la recente adozione di uno schema globale di riduzione delle emissioni da parte dell’Imo. Anche Gnv sta facendo la sua parte per adottare soluzioni a minore impatto ambientale. Ma è contraddittorio pretendere sforzi dal settore marittimo e sfavorirlo, nel contempo, rispetto al trasporto stradale”.
Durante il suo discorso il presidente di Gnv ha ricordato anche il fondatore della compagnia di navigazione acquisita in anni recenti da Msc. “Non è un caso che questa cerimonia si svolga a Genova, città in cui Gnv ha il suo quartier generale. E a partire dalla quale, negli ultimi anni, si è molto sviluppata. Diventando una delle principali compagnie di traghetti in Mediterraneo. Vorrei ricordare che tutto è nato dalla grande visione di Aldo Grimaldi. Straordinaria figura di armatore, che ha fondato Gnv nel 1992”.
L’amministratore delegato Matteo Catani è a sua volta intervenuto sottolinenado durante il suo intervento che “queste navi sono il frutto di un lavoro collettivo, di impegno, di fiducia reciproca. Far parte del Gruppo Msc è una opportunità straordinaria e, pensiamo, anche un’occasione preziosa per i territori che Gnv collega. Abbiamo il privilegio di appartenere a una grande famiglia che porta con sé un patrimonio eccezionale di competenze, costruite in oltre 300 anni di storia sul mare. Possiamo trarre continuamente ispirazione da una realtà solida e visionaria e allo stesso tempo avere al fianco una proprietà capace di trasmettere fiducia – nei momenti belli da celebrare, come oggi, ma anche in quelli difficili. Capace di credere davvero nel proprio management e di valorizzarne il talento, con particolare attenzione alle nuove generazioni”.
Catani ha poi aggiunto: “Oggi siamo qui per raccontarvi l’inizio di un nuovo capitolo, che si inserisce con continuità nel cammino di crescita che abbiamo costruito insieme al Gruppo Msc. Abbiamo ricevuto infatti un mandato chiaro dal presidente Vago e dalla famiglia Aponte – che colgo l’occasione di ringraziare per l’appoggio che non ci fanno mai mancare, che non mi fanno mai mancare. Un mandato ambizioso, una rotta già tracciata e tesa a perseguire un piano industriale proiettato al 2030. L’obiettivo è di posizionarci come leader nel settore ferry nel Mediterraneo”.
Il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, dal palco ha detto: “Vorrei vedere Msc costruire queste navi in Italia ma bisogna aiutare Fincantieri a industrializzare i processi”. Poi ha aggiunto: “I traghetti di nuova generazione sono infrastrutture strategiche, non semplici mezzi di trasporto: contribuiscono a collegare territori, a ridurre le emissioni, e a creare lavoro e sviluppo lungo tutta la filiera, dalla progettazione alla cantieristica, fino alla gestione logistica. Per questo oggi, di fronte a una sfida europea sempre più esigente sul fronte ambientale e competitivo, è necessario avere il coraggio di rimettere al centro la cantieristica nazionale e il rinnovo delle flotte come asset strategici per la sovranità industriale e la coesione territoriale del nostro Paese. L’Italia non può permettersi di restare indietro: occorre superare i vincoli attuali sugli aiuti di Stato, oggi anacronistici di fronte a mercati globali dove altri attori possono contare su forti sostegni pubblici. È arrivato il momento di aprire un confronto serio in Europa per introdurre strumenti di flessibilità che consentano agli Stati membri, in particolare quelli a forte vocazione marittima come l’Italia, di accompagnare gli investimenti strategici nel rinnovo delle flotte, nella costruzione di navi green e nello sviluppo di una cantieristica tecnologicamente avanzata”.
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