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Cantieri

Anche i bacini di carenaggio tra le infrastrutture dual use civili-militari

Il viceministro Rixi (Mit) rilancia sull’investimento pubblico nella navalmeccanica a doppia valenza

di REDAZIONE SHIPPING ITALY
9 Luglio 2025
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Bacino di carenaggio – area riparazioni – Ente Bacini – Genova

Non ci sono solo le mega infrastrutture trasportistiche come il ponte sullo Stretto di messina o la nuova diga foranea del porto di Genova: il Governo sta valutando di inserire anche nuovi bacini di carenaggio fra le opere a valenza dual use (civile – militare) che potrebbero coprire la quota (1,5% del Pil) di spese militari che l’Italia si è impegnata in sede Nato a portare al 5% del Prodotto interno lordo.

Lo ha rivelato il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti, Edoardo Rixi, in un’intervista a La Repubblica. “L’idea allo studio – riepiloga il quotidiano – è destinare risorse alla ristrutturazione e all’ampliamento delle aree dedicate alla costruzione e alla manutenzione delle navi”. In particolare “l’analisi in corso è concentrata su una mappa. Raffigura 23 bacini, da Nord a Sud. Dodici superano i 250 metri di lunghezza, gli altri sono più piccoli. Le città candidate a ospitare i lavori sono Genova, Monfalcone, Ancona e Palermo”.

Il quadro appare ancora fumoso. Se, infatti, la mappa riprodotta evidenzia le strutture già in esercizio per le riparazioni navali e, ad oggi, in larga parte a quasi esclusivo uso civile, l’articolo afferma che “non è esclusa la realizzazione di nuovi arsenali all’interno di altri scali”. Dopodiché si dice che i relativi investimenti “confluirebbero nella lista che comprende già le caserme, i centri di comando e altri beni strumentali della Difesa” (con funzione quindi solo militare), salvo poco dopo sostenere che servirebbero a “ridurre così il gap di competitività con Paesi come la Francia” o quelli asiatici, un gap che è però sulle strutture civili.

Certo è che nei giorni scorsi Rixi aveva già accennato in un paio di occasioni al tema dell’investimento pubblico nella navalmeccanica.

All’assemblea di Assarmatori, ad esempio, aveva sostenuto la necessità di sottrarre alla disciplina sugli aiuti di Stato il sostegno alla cantieristica (civile), mentre durante una visita allo stabilimento Fincantieri di Genova Sestri Ponente aveva proposto l’impegno alla realizzazione di “un grande bacino di refitting oltre i 400 metri, largo quasi 90 metri, in grado di ospitare e fare qualsiasi lavoro su qualsiasi nave esistente nei prossimi 20-30 anni. Questo vorrebbe dire consentire al nostro paese di avere la capacità, che pochi paesi al mondo hanno, di accogliere navi di queste dimissioni. L’area ce l’ho già in mente ma non la dico”.

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