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Per Messina prua sull’India, 11 milioni di utile ma volumi container sotto le attese

La shipping company genovese a febbraio ha acquisito la propria agenzia nel Paese asiatico e nello stesso mese ha ottenuto 50 milioni di finanziamento da Bper e Popolare di Sondrio

di Nicola Capuzzo
28 Luglio 2025
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Ricavi in aumento, profitti in netta flessione (ma era prevedibile), nuova filiale diretta in India e risultati nel settore container ancora inferiori rispetto agli obiettivi del business plan aziendale. È questo il riassunto dei numeri e delle informazioni che emergono dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato dalla Ignazio Messina & C., shipping company genovese controllata congiuntamente dalla famiglia Messina e dalla Marinvest di Msc (Gianluigi Aponte).

I numeri del conto economico dicono che il 2024 ha chiuso con ricavi in salita da 258 milioni (nel 2023) a 292 milioni, il risultato operativo è stato positivo per quasi 700 mila euro (dai 218 milioni dell’esercizio precedente), l’Ebitda è ammontato a 36,8 milioni e il risultato netto d’esercizio si è chiuso in positivo per 11,6 milioni (destinati a riserva straordinaria). Nel 2023 i conti del gruppo erano stati straordinariamente positivi (Ebitda di 270 milioni e utile di 197 milioni) per effetto delle plusvalenze ottenute con la vendita delle otto navi con-ro in flotta.

Nell’esercizio appena trascorso a far salire i ricavi operativi (+13,1%) sono stati i noli marittimi (232 milioni rispetto ai 213 milioni di un anno prima), i ricavi dei trasporti terrestri (saliti da 15 a 25 milioni), i noleggi attivi (da 6,5 a 9,3 milioni) e i ricavi per l’attività terminalistica conto terzi (da 2,9 a quasi 3,2 milioni). L’incremento delle tariffe di trasporto marittimo è spiegato per Messina sia dai noli del mercato (+23% in media sulle rotte operate) che dalle quantità trasportate.

A questo proposito l’azienda precisa però che “il completamento della cessione della flotta ro-ro e l’implementazione del programma di rinnovo della flotta full-container “ha determinato significative discontinuità operative che hanno impedito l’ottimizzazione della struttura dell’offerta in un mercato altamente competitivo. Anche in tale discontinuità – si legge nel bilancio –, in un contesto di domanda forte, i volumi dell’attività di trasporto marittimo di linea sono cresciuti meno delle attese, passando da 169.961 Teu equivalenti nel 2023 a 177.357 Teu equivalenti. Tuttavia la crescita nel solo segmento relativo alla merce containerizzata è stata del 31,2% passando da 130.580 a 171.313 Teu”. Ignazio Messina & C. anche nel 2024 “ha continuato a operare nel Mar Rosso grazie alla protezione assicurata dalla Marina Militare, tuttavia incorrendo in significativi maggiori oneri relativi alla c.d. war risk” (copertura assicurativa), per oltre 5,2 milioni di euro.

Circa gli investimenti effettuati nell’esercizio scorso, l’azienda fa sapere che l’acquisto delle navi portacontainer Jolly Giada, Jolly Clivia, Jolly Verde e Jolly Bianco ha comportato esborsi per 83,9 milioni di euro, che il rinnovo del parco container vale 12,8 milioni e quello del parco mezzi operativi terminalistici 3,7 milioni, mentre l’acquisto di Terminal San Giorgio è avvenuto al prezzo di 28 milioni di euro.

Altra informazione rilevante che emerge dal bilancio 2024 di Ignazio Messina & C. è l’incorporazione (avvenuta lo scorso febbraio) “della controllata Ignazio Messina (India) Pvt Ltd con sede a Mumbai che sostituirà gli agenti terzi che ancora al termine dell’esercizio appena concluso rappresentavano la società nel mercato indiano, per quanto riguarda in particolare le merci in esportazione dal paese” dove l’azienda è presente da oltre 40 anni e dove è tornata con le proprie navi nel 2021 (dopo 9 anni di assenza). “La società controllata – è scritto – supporterà anche il progetto di estensione dei servizi, quali gli approdi diretti con le navi della compagnia anche a Nhavasheva oltre che Mundra, nonché la copertura dei porti meridionali del Paese tramite nuovi accordi feeder”.

Sempre a febbraio di quest’anno è stato infine ricevuta l’erogazione di un finanziamento di 50 milioni di dollari da parte di un pool di banche composto da Bper (per 35 milioni) e Banca Popolare di Sondrio (per i restanti 15 milioni) da rimborsare in 7 anni a rate semestrali posticipate a quota capitale costante. Per questa linea di credito sono state iscritte ipoteche a garanzia sulle navi Jolly Rosa, Jolly Giada e Jolly Clivia.

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