Puntualizzazione di Grimaldi su crediti e difficoltà finanziarie di Moby
Fra le due aziende esistono vari contenziosi pendenti davanti a collegi arbitrali inglesi e al giudice italiano. Contro-replica di Moby
Riceviamo da Grimaldi Group e volentieri pubblichiamo la seguente precisazione a proposito della replica che Moby ci ha fatto pervenire per smentire di essere in difficoltà finanziarie:
In riferimento all’articolo intitolato “Moby replica a Grimaldi: non siamo assolutamente in difficoltà finanziarie”, che riporta una nota della compagnia Moby, il Gruppo Grimaldi ritiene opportuno precisare quanto segue, nel solo intento di contribuire a una rappresentazione corretta dei fatti, senza alcuna volontà polemica.
È opportuno specificare in premessa che è la stessa nota di Moby a confermare indirettamente lo stato di difficoltà finanziaria della società. Viene infatti esplicitamente ammesso l’esistente debito nei confronti di S.A.S., frutto di un finanziamento cruciale per la sopravvivenza stessa dell’azienda.
È noto che tale finanziamento – inizialmente pari a 352 milioni di euro – ha consentito a Moby di evitare il fallimento, permettendole di completare una procedura di concordato preventivo e continuare a operare, con grave nocumento dei creditori. Ad oggi, per rimborsare tale debito, Moby ha già dovuto cedere due delle sue navi migliori, riducendo sensibilmente il proprio patrimonio (vedi Nota 1).
Quanto alle altre valutazioni, si richiama l’attenzione sull’articolo pubblicato lo scorso 18 Luglio dal quotidiano La Nuova Sardegna, dal titolo “Il sogno dell’armatore Onorato naufragato tra debiti e spese folli”, che sintetizza alcune delle operazioni finanziarie più controverse condotte dal Top Management di Moby, culminate in patteggiamenti per bancarotta fraudolenta con pene comprese tra i 2 e i 3 anni e 10 mesi.
(Nota 1) Per quanto attiene alle pretese creditorie del Gruppo Grimaldi nei confronti di Moby-Cin, si precisa che esse vanno inquadrate nel contesto dei vari contenziosi pendenti davanti a collegi arbitrali inglesi e al giudice italiano, che vedono domande contrapposte sia dell’una che dell’altra parte. Sta di fatto che, allo stato, le uniche somme definite nel loro esatto ammontare sono quelle relative ai lodi inglesi a favore del Gruppo Grimaldi di €1.368.105,80 e US$17.826, che sono state pagate da CIN solo per il 30%, per via del 70% di falcidia concordataria, e quelle relative agli ulteriori lodi a favore di Grimaldi per €999,368.75 + €749,785.65 per cui CIN ha chiesto alla High Court di essere ammessa a presentare appello. Grimaldi ha, invece dal suo canto, provveduto all’integrale pagamento a favore di CIN dell’importo di €338,264,33, comprensivo di interessi, per l’unico ulteriore lodo definito allo stato nel suo ammontare, non avendo il collegio arbitrale inglese consentito la compensazione di tale somma.
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A questa nota di Grimaldi ha prontamente fatto seguito la seguente contro-replica di Moby:
Replichiamo sinteticamente alla nota odierna e ancora a quelle precedenti del Signor Grimaldi: le affermazioni riportate nelle stesse costituiscono un suo disperato quanto inutile tentativo di salvare se stesso dalle inevitabili conseguenze delle sue precedenti dichiarazioni, non corrispondono alla realtà e sono finalizzate a creare turbativa nei nostri clienti. Anche di questo il Signor Grimaldi dovrà rendere conto in sede giudiziaria penale.
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