La Croazia vuole espellere il Moby Drea
Intervento governativo dopo le proteste degli spalatini: non rispettata la norma sul trasferimento internazionale di rifiuti
Il Ministero del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture croato ha ordinato alla nave Moby Drea, trainata nei giorni scorsi nel cantiere navale Brodosplit per lavori di manutenzione, di lasciare lo stabilimento entro sette giorni.
La decisione è arrivata dopo le consultazioni di ieri mattina tra il premier Andrej Plenković, il vicepremier e ministro del Mare, dei Trasporti e delle Infrastrutture Oleg Butković, e la ministra della Transizione ecologica e della Tutela ambientale Marija Vučković. L’azione congiunta del Ministero del Mare, del Ministero dell’Ambiente e dell’Ispettorato di Stato, sollecitata dalle proteste degli abitanti di Spalato, ha portato alla scoperta di nuove circostanze: secondo le autorità, la presenza della nave potrebbe configurare uno smaltimento di rifiuti in violazione delle leggi croate.
Di conseguenza, al proprietario della Moby Drea, l’italiana Med Fuel di Messina, è stato notificato l’obbligo di lasciare non solo il cantiere, ma anche le acque territoriali croate, entro una settimana. Il termine tiene conto del tempo necessario per organizzare il trasferimento della nave, attualmente priva di equipaggio.
L’ingiunzione del Ministero è arrivata a stretto giro di una nota in cui Brodosplit spiegava che “tutte le istituzioni competenti hanno effettuato un’ispezione a bordo del traghetto italiano Moby Drea stabilendo che non ci sono ostacoli all’esecuzione dei lavori di rimozione dei pannelli divisori contenenti amianto, poiché il cantiere navale Brodosplit ha intrapreso tutte le misure di protezione professionali e legali prescritte”.
Le criticità, secondo Brodosplit, sarebbero da ascrivere alla proprietà della nave: “Il cantiere navale ha lavorato in conformità alla legge sulla sicurezza sul lavoro e ai regolamenti prescritti, e che è stata ottenuta l’autorizzazione ufficiale per l’esecuzione dei lavori. L’ispezione per la protezione dell’ambiente ha stabilito che il proprietario della nave non ha completato la procedura prevista dal Regolamento UE sul movimento transfrontaliero dei rifiuti pericolosi, incombenza che non è in capo a Brodosplit. Questa procedura è esclusivamente responsabilità del proprietario della nave”.
Dallo stabilimento spalatino hanno aggiunto altresì che nel caso specifico era previsto che i rifiuti venissero smaltiti in modo permanente in Germania, previo ottenimento delle necessarie autorizzazioni dalle autorità competenti di Croazia, Slovenia, Austria e Germania. Brodosplit afferma che non si tratta di 350 tonnellate di rifiuti tossici, ma di circa 350 tonnellate di pannelli contenenti amianto, il che è comune per le navi costruite prima del 2001: “Con i lavori previsti non verranno rimossi tutti i pannelli, ma solo una parte”.
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