Salpata dalla Turchia una nuova autostrada del mare con Francia e Spagna
Intanto Dfds rivede al ribasso le stime sui risulttai del 2025, cerco un nuovo a.d. e preannuncia 400 esuiberi di personale

È partita nei giorni scorsi una nuova linea marittima di United Global RoRo, compagnia emiratina che si sta specializzando nei collegamenti fra Turchia e Mediterraneo occidentale, joint venture fra Noatum Maritime e Erkport già sbarcata in Italia.
L’autostrada del mare scalerà nei porti di Haydarpaşa (Istanbul) in Turchia, Marsiglia in Francia e Tarragona in Spagna, avrà una frequenza di due viaggi a settimana e sarà operato con tre navi, i ro-ro Abu Samrah, Pol Stella e Super Fast Baleares.
La rotta andrà a integrare con la triangolazione in Spagna il servizio Turchia – Francia annunciato nelle scorse settimane.
Sempre a proposito di Turchia e di trasporti ro-ro via mare nel Mediterraneo la shipping line danese Dfds continua a soffrire l’aumentata concorrenza (di Grimaldi) soprattutto sul collegamento dal Mediteraneo orientale a Trieste. Nell’ultima trimestrale ha reso noto un aumento del fatturato (+4,2% a 8.296 milioni di corone danesi) nel terzo trimestre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’utile operativo è diminuito. L’Ebitda si è attestato a 1.397 milioni di corone danesi, con un margine Ebitda del 16,8%; l’utile operativo è stato pari a 536 milioni di corone danesi, con un margine operativo del 6,5%.
Le previsioni di Dfds per l’intero anno sono state riviste al ribasso: ora si stima un utile operativo tra 600 e 750 milioni di corone danesi, rispetto alla precedente stima tra 800 milioni e 1 miliardo di corone danesi. La revisione è dovuta principalmente alle incertezze riguardanti l’andamento del quarto trimestre 2025 per i traghetti nel Mediterraneo e le attività logistiche secondo quanto affermato dall’amministratore delegato Torben Carlsen, per la cui successione (dopo 16 anni al vertice di Dfds) è stato avviato un apposito processo di ricerca. La compagnia danese ha anche annunciato il taglio di 400 posti di lavoro (per lo più impiegatizi) e l’avvio di un programma di riduzione dei costi da circa 40 milioni di euro per il 2026.
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