Fincantieri e Kayo danno vita a una joint venture navale in Albania
L’accordo riguarda la costruzione e manutenzione di navi militari nel cantiere di Pashaliman e consolida il gruppo italiano come partner tecnologico in progetti fino a 80 metri

Nell’ambito del vertice intergovernativo Italia-Albania, presieduto dalla presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e dal primo ministro albanese Edi Rama, è stato siglato un Memorandum of Understanding per l’avvio di una joint venture strategica nel settore navale.
Il complesso cantieristico italiano Fincantieri e la società albanese Kayo, specializzata in infrastrutture industriali strategiche, hanno formalizzato l’accordo che porterà alla creazione di una nuova entità dedicata alla costruzione e manutenzione di navi militari in Albania. La firma è avvenuta alla presenza di Pierroberto Folgiero, amministratore delegato e direttore generale di Fincantieri, e Ardi Veliu, amministratore delegato di Kayo.
La joint venture opererà come prime contractor per i contratti di costruzione e manutenzione navale destinati al mercato albanese.
Per i progetti internazionali, la joint venture sarà abilitata a realizzare unità navali con limiti di costruzione fino a 80 metri di lunghezza e 800 tonnellate di stazza. In questi casi, Fincantieri assumerà il ruolo di prime contractor, affidando l’effettiva costruzione delle navi alla nuova entità.
La partnership si basa sulla complementarità degli asset. Kayo contribuirà con la messa a disposizione del cantiere navale di Pashaliman a Valona, investendo direttamente nel suo ammodernamento infrastrutturale mentre Fincantieri supporterà la modernizzazione del processo produttivo, fornendo competenze operative e know how ingegneristico. Fornirà inoltre pacchetti di materiali, formazione specifica e competenze operative, consolidando così la sua posizione di partner tecnologico.
Pierroberto Folgiero ha commentato l’accordo, definendolo una “nuova importante tappa nella collaborazione tra Italia e Albania.” Ha aggiunto che il progetto “rafforza la filiera navale militare, favorisce lo sviluppo economico e infrastrutturale, e apre nuove prospettive di crescita internazionale,” rappresentando una “dimostrazione concreta di come la sinergia tra aziende e Paesi possa generare valore, sicurezza e futuro.”
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